CASSANO - La 'ndrangheta indicata come male assoluto, chi ne fa parte descritto come «adoratore del male» e fuori dalla grazia di Dio. Mai un Papa si era spinto tanto lontano. Nemmeno Giovanni Paolo II, che nello storico discorso del 9 maggio del 1993, dalla Valle dei Templi di Agrigento, ammonì i mafiosi responsabili della mattanza stragista. «Convertitevi!», tuonò allora Papa Vojtyla. 21 anni dopo, Bergoglio raccoglie il testimone del Pontefice diventato Santo. E lo stringe con maggiore forza e determinazione. La scomunica ai mafiosi è un atto che allontana la Chiesa dall'ipocrisia. Non ha dubbi Don Luigi Ciotti, nel commentare le parole pronunciate da Francesco nella Piana di Sibari, davanti a 200mila fedeli. «Il richiamo del Papa suona come sprone per la stessa Chiesa affinchè non sia tiepida, bensì coraggiosa» ha dichiarato il fondatore di Libera intervistato da Repubblica. Ribadendo un concetto importante, e cioè che «nessuno deve dimenticare il comportamento anche eroico di tanta gente di Chiesa. Ma, insieme, occorre riconoscere che ci sono state, e ci sono, anche tante fragilità, zone d'ombra». « Ora - avverte don Ciotti - non dobbiamo lasciarlo solo. Il Papa indica e chiede a tutta la comunità cristiana da che parte stare. Il Vangelo invita a parlare chiaro, che è il contrario dell'ipocrisia».