«Purtroppo quest’anno stiamo solo vedendo gli effetti del dimensionamento che è stato approvato due anni fa. Lo scorso anno c’era stata una deroga sul mantenimento dell’autonomia di un certo numero di scuole. La deroga non è stata prorogata e oggi si toccano con mano gli effetti di un provvedimento basato su un parametro nazionale ricavato dalle proiezioni Istat sul numero degli studenti frequentanti le istituzioni scolastiche di ciascuna regione che si è rivelato inaffidabile e sbagliato». Mimmo Denaro, segretario regionale della Flc Cgil dice che il sindacato ha provato in tutti i modi a contrastare i parametri del dimensionamento fissati dal ministero anche attraverso un ricorso al Tar, ma senza successo. Forse all’epoca si doveva mettere in campo una diversa mobilitazione anche sul piano politico perché gli effetti non si riverseranno solo sui dirigenti scolastici, rimasti invariati nei numeri, che saranno costretti a fare le palline da flipper, ma anche e soprattutto sui territori.

La Calabria è diventata quasi un caso di scuola sugli effetti del provvedimento con l’esempio dell’istituzione scolastica di Tropea che avrà ben 33 plessi scolastici da gestire.

Ci sono, poi, dirigenti scolastici che avranno reggenze anche in province diverse e conoscendo l’orografia calabrese è facile immaginare i disagi che si rifletteranno sull’organizzazione scolastica.

«Chiudere un presidio dello Stato come una scuola nelle aree interne non può che accentuare lo spopolamento già grave – dice Denaro - Ma il problema non è solo la perdita di autonomia scolastica, ma anche l’accorpamento ragionieristico di scuole che a prima vista sembrano avere le stesse caratteristiche. In realtà ogni territorio ha le sue peculiarità e allora per i docenti di due scuole che vengono accorpate spesso è difficile trovare una sintesi anche sui programmi scolastici da mettere in campo».

La situazione, secondo la Cgil, rischia di peggiorare ulteriormente con l’autonomia differenziata e lo stop dato al referendum per la sua abolizione. «Le conseguenze che la situazione determinerà sull’organizzazione delle scuole e sulla mobilità interregionale dei dirigenti scolastici sono purtroppo prevedibili e scontate – continua il segretario regionale della Cgil –  Senza contare il peso che graverà sulle scuole a causa dei tagli lineari sugli organici docenti (5660) introdotti dalla legge di bilancio 2025 e dalla riduzione del fondo di funzionamento operato dal DL in oggetto. Ancora una volta un provvedimento che conferma l’indifferenza del governo e del ministro Valditara nei confronti della scuola pubblica e dei suoi problemi».