«In questo momento in Calabria abbiamo una comunità ucraina composta da circa 5400 persone e quindi quelli che fino ad ora stanno arrivando sono ricongiungimenti familiari. Nel momento in cui verrà assegnata una quota allo Stato italiano, ci sarà una parte destinata anche alla regione Calabria e su quelli poi bisognerà lavorare per definire la strategia di accoglienza e, in base all'ordinanza n. 872 del capo dipartimento, queste persone verranno inviate nel sistema Cas delle prefetture o il sistema Sai dei comuni, per tutto il resto ci sarà un contributo da parte della Protezione Civile».

Così il responsabile della Prociv Calabria, Fortunato Varone, sottolineando il fatto che anche la Calabria è pronta a fare la sua parte nell'accoglienza dei profughi ucraini in fuga dalla guerra.

Calabria pronta ad accogliere

La macchina organizzativa, e quindi Regione, Protezione civile e Prefetture, si è messa in moto da giorni per mettere in campo tutte le azioni utili per supportare chi è costretto a scappare dalla sua terra per mettersi in salvo e garantire allo stesso tempo assistenza sanitaria e quindi tamponi e vaccini anti Covid. Nei prossimi giorni un ruolo cruciale sarà svolto dai Comuni.

Il ruolo dei Comuni

«Ci sono due delibere di giunta - fa sapere Varone -: sono stati stanziati momentaneamente 4 milioni di euro per i Comuni che hanno edifici pubblici che necessitano di piccole ristrutturazioni per essere immediatamente agibili per poter fare dell'accoglienza. A giorni verrà pubblicata una manifestazione di interessa da parte del Dipartimento lavori pubblici e poi la parte attuativa sarò in capo ala Protezione Civile. Poi c'è un'altra delibera, in questo momento sono quasi un milione e duecentomila euro per dei voucher destinati ai profughi ucraini come buoni spesa per poter garantire un primo sostegno. Anche in questo caso il Dipartimento lavoro dovrà fare a breve una manifestazione di interesse».

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