La passione per gli animali nata nell’azienda zootecnica di famiglia. Una naturale inclinazione e competenze acquisite sul campo, arricchite da anni di apprendimento in aule e laboratori universitari, sfociati in un percorso accademico di rilievo, fatto di progetti di ricerca in Italia e all’estero (Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti in particolare), e approdato infine nell’ingresso nella prestigiosa Federazione europea per le scienze animali (Eaap), organizzazione non governativa impegnata a migliorare la conoscenza e la diffusione della ricerca nell’allevamento di animali. Organizzazione in seno alla quale è componente della Commissione per la salute e il benessere degli animali.

Allevamenti intensivi e riduzione di impatto ambientale

È questo, in estrema sintesi, il cursus honorum di Vincenzo Lopreiato, 34 anni, ricercatore di Stefanaconi, in provincia di Vibo Valentia, oggi in forza al Dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Messina, che ha dedicato la sua vita allo studio degli animali, concentrandosi in particolare sul loro benessere e sulla riduzione dell’impatto ambientale degli allevamenti intensivi. Tema, questo, di grande attualità in tempi di serrato dibattito sui cambiamenti climatici e sulle emissioni in atmosfera.

Vincenzo Lopreiato

Del resto, l’argomento è stato sempre al centro della sua vita, passata fin da piccolo nell’allevamento gestito dalla sua famiglia tra le colline che si affacciano sulla vallata del Mesima, a Stefanaconi, dove sorge quello che - anche grazie al suo contributo scientifico - è diventato un impianto modello e all’avanguardia sul fronte del benessere animale. In questo caso delle vacche pezzate rosse che riforniscono di latte di altissima qualità la Fattoria Demetra, azienda casearia familiare.

La laurea in Veterinaria all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, quindi, era una scelta quasi scontata, ma già dai successivi master e dottorati di ricerca in Italia e all’estero, è stato chiaro che quello era solo l’inizio di un percorso molto più ambizioso. Vincenzo, infatti, dopo il master, è stato selezionato per uno stage in Nuova Zelanda, unendosi ad un team di salute animale e concentrandosi sull'applicazione dei metodi per misurare le emissioni di metano dei ruminanti e sulle strategie per ridurre e mitigare le produzioni di metano. In seguito è entrato a far parte della Scuola di dottorato in Scienze animali dell'Università Magna Graecia di Catanzaro, tornando così nella sua regione natale dove ha avuto la possibilità di condurre i suoi studi sperimentali nella fattoria di famiglia.

L'attività di ricerca

Un'altra “pietra miliare” nel suo percorso accademico sono stati i nove mesi passati all'Università dell'Illinois, Dipartimento di Scienze animali e Divisione di Scienze nutrizionali) dove è stato a capo del progetto sul “profilo metabolico e prestazioni produttive nelle vacche da latte durante il periodo periparturiente”. Attualmente, come detto, è ricercatore a tempo pieno in nutrizione e fisiologia dei ruminanti nel Dipartimento di Scienze veterinarie dell'Università degli Studi di Messina e vanta diversi articoli pubblicati da riviste di settore.

Il suo impegno è quindi recentemente sfociato nell’ingresso nella Commissione per la salute e il benessere degli animali della Federazione europea per le scienze animali, associazione con sede a Roma, fondata a Parigi nel 1949, che mira a sostenere il dibattito scientifico sulla salute e sul benessere di tutte le specie animali. Aspetti al centro di un crescente interesse per via delle implicazioni etiche, sociali e soprattutto ambientali legate al consumo di prodotti derivati da allevamenti intensivi e al loro impatto sul pianeta e sulla salute. “Questa Commissione - si legge non a caso nella scheda descrittiva - non evita di affrontare i settori della produzione zootecnica che causano preoccupazione per la società, come l'uso responsabile degli antibiotici e l'adattamento del settore zootecnico ai cambiamenti climatici. I ricercatori, così come le parti interessate dell'industria e della società in generale, sono anzi invitati a partecipare a questi dibattiti da un punto di vista fattuale e scientifico”.

Vincenzo Lopreiato, cui l’Eaap ha dedicato un ritratto nell’ultimo numero della sua Newsletter scientifica, al pari di tanti altri giovani ricercatori, è dunque già parte integrante di un processo di cambiamento volto ad individuare e sviluppare modelli scientifici che possano superare gli attuali e controversi schemi produttivi e tracciare nuove prospettive. Più sostenibili sul piano etico ed ambientale.