Alessandro è uno di quei ragazzi che ti spingono a credere che nella vita se hai un sogno e se ci credi veramente, lo puoi realizzare. Anche se quel sogno sembra impossibile. Alessandro è un ragazzo della Presila cosentina che da piccolo sognava il palcoscenico, il teatro, il cinema. Sogni impossibili? No, perché ora vedremo Alessandro Massimilla in un film con Alessandro Gassman! E scusate se è poco. Intanto è reduce da un ruolo drammatico che ha recitato… divinamente! «Dopo aver interpretato Gesù, ho passato nottatacce, ancora fatico ad uscire dal personaggio, vivo momenti di angoscia». Nel dramma della Passione, Alessandro era il Cristo. Un capolavoro di interpretazione per un ragazzo poco più che ventenne. Ha pianto veramente, ha dato vita e forma al dolore, al dramma. L’ultima Pasqua nella presila cosentina, precisamente a Celico, la ricorderanno a lungo. La Passione di Cristo organizzata dall’associazione Sila Antica per la regia di Elvira Amelio, ha toccato profondamente le migliaia di persone presenti.

Così giovane e già nel pieno dei suoi impegni. Fra cinema, teatro, libri, cortometraggi. Mi vedo con lui in un bar di Celico, dove spesso prendiamo un caffè e parliamo di cinema e di cortometraggi. Gli chiedo se pensava davvero di bruciare le tappe così rapidamente.
«Assolutamente no, non pensavo di fare così tanto in pochi anni. Dalla mia prima pubblicazione, il saggio "Ce la faremo! La pandemia giorno per giorno" ad "Esisto ma non vivo" allo spettacolo teatrale "L'ora Blu a Broadway", le soddisfazioni sono arrivate tutte insieme».

Lo vedo subito dopo la "sua" Passione.
«Ah, già, "La Passione Vivente" qui a Celico, il lavoro che di più mi ha dato soddisfazione. Per strada mi fermano e mi riconoscono come il Gesù di Celico. Ho bruciato le tappe ma resto con i piedi per terra e continuo ad impegnarmi nello studio. Lavoro sodo everyday».

Se non ricordo male, questo ragazzo incontenibile, gioioso, determinato e simpaticissimo ha 23 anni, e…
«Ah Frà, sono 22, i 23 li compirò fine ottobre».

Pardon, così giovane e già il cinema lo chiama e gli sorride.
«Yes, ultimamente sono spesso sul set. Recentemente ho girato "Mi chiamo Bila" sono stato diretto da Andrea Laratta, giovane regista di grande talento, ho diviso il set con Alfredo Federico, giovane promessa del cinema calabrese, e Bila Chahidou, alla prima esperienza dinanzi una camera».

Però Alessandro non ci anticipa una gran bella sorpresa.
«Va bene, eccola. Presto mi vedrete con Gassman e Geghi in "A mani nude" di Mauro Mancini, in cui ho avuto una piccolissima parte».

Alessandro ha bruciato i tempi anche come scrittore.
“In piena pandemia ho scritto: "Ce la faremo! La pandemia giorno per giorno". Un libro è come un figlio e non sto esagerando, la prima volta che ho preso in mano il saggio, la felicità è stata tanta.”

Ed oggi esce il suo secondo libro
«Sì, ecco "Arrivano i primini" il mio secondo genito (ride), scritto nel bel mezzo delle sessioni universitarie del primo anno, tra un "atto emulativo" e "la normale tollerabilità", ho buttato giù la storia. Qualcuno ha già scritto la recensione, sta piacendo, ne sono felice».

E i cortometraggi. Una serie che sta facendo il giro delle scuole superiori, mentre il prossimo 19 aprile sarà al teatro di Castiglione Cosentino.
«I cortometraggi, il mio habitat naturale, siamo a 5 corti in tutto. L'ultimo "Mi chiamo Bila" lo abbiamo presentato a Crotone, all'istituto Pertini-Santoni, dinanzi a 180 studenti. "Malarema" il primo da protagonista, girato a Settembre. The first day on set è nella storia, ho girato con 0 ore di sonno, leggendario (ride), mamma che mal di testa».

Stuzzico Alessandro parlando di futuro e di sogni.
«Il mio sogno? Tempo fa avrei risposto con: mi voglio affermare come attore, regista. Ora ti dico che il mio sogno più grande è vivere tranquillo, senza stress, circondato da persone a cui posso dare amore e dai cui posso ricevere tanto affetto. Una vita piena zeppa di emozioni e allo stesso tempo semplice»

Alessandro adora vivere in Calabria. Ama la nostra terra.
«Signu presilanu veru, e mi piacia essere tale. La Calabria è la mia terra e dici bene, adoro vivere qui ma sono pronto a partire per realizzare i miei sogni. La nostra regione è vivace, la cultura è viva, ma Roma è la capitale dell'arte della recitazione, Cinecittà, il Sistina e tanti altri luoghi ove l'attore può esprimersi. Vorrei arrivare in alto ma, se non dovessi riuscire (faccio scongiuri) fa niente, mi darò all'insegnamento. Vivrò e vedrò»

Con la cultura non si mangia (cit.). Peggio ancora con il teatro, il cinema…
«È un classico, un mito da sfatare. Di cultura si vive, essa è vita. Per carità non è facile ma never give up».

Però la gente pensa che un artista non faccia alcuna fatica. E non lo paga. Cercano sempre i nomi più famosi, per spendere tanti soldi. 
«Purtroppo è vero, e pensa male, anzi, malissimo, perché l'attore fa una vitaccia. Chi ha voglia di sottovalutare ciò che facciamo, provi a lavorare su un personaggio usando il metodo Strasberg. Fare l'attore è una professione non un hobby. Nome illustre non è sempre sinonimo di qualità, lo spettatore sbaglia a dare più peso all'artista noto e a non dare fiducia al nome minore. Nei teatri di provincia vi è tanta qualità, fate un salto, pagate il biglietto e buon divertimento. Di guadagni ecc. non ne voglio parlare”