L’amministratore di Sorical, ospite di LaC Tv, ha puntato il dito contro «superficialità e lassismo» a causa dei quali la legge per la riorganizzazione del servizio nella nostra regione è arrivata solo nel 2022
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Una regione in emergenza, città senz’acqua e polemiche feroci tra amministratori locali e Sorical. Da ultimo il caso Catanzaro, dove da stamattina è tornata a scorrere l'acqua nei rubinetti delle abitazioni rimasti a secco da sabato notte, a causa di una rottura sulla condotta di Santa Domenica.
Ma per un caso che si chiude, rimane la questione più ampia legata alla gestione della risorsa idrica, afflitta da problemi atavici. A Dentro la notizia si è affrontato il tema con l’amministratore unico della Sorical, Cataldo Calabretta, collegato con gli studi di Cosenza dagli uffici regionali della società (puoi rivedere la puntata qui).
Proprio dal caso Catanzaro, su impulso del conduttore Pier Paolo Cambareri, è partita la discussione. Cosa è accaduto?
Il caso Catanzaro
«C’è stata una rottura lungo la condotta che serve tutta la città – ha spiegato Calabretta –. Purtroppo negli anni questa condotta è stata oggetto di una miriade di interruzioni dovute a delle perdite e si sono resi necessari interventi mirati. Ovviamente sono previsti anche altri interventi perché questa situazione di sofferenza non debba protrarsi ulteriormente».
«Per quanto riguarda l’ultima rottura – ha precisato l’amministratore di Sorical in trasmissione – l’intervento è stato più che tempestivo e nel giro di poco siamo riusciti a riparare il guasto». Un intervento, ha tenuto a sottolineare poi, portato a compimento in una zona impervia.
Il futuro, però, promette miglioramenti. «È in atto da diversi mesi una proficua collaborazione con l’amministrazione comunale – ha detto Calabretta – per dare corso alla riforma che prevede Sorical come gestore unico del servizio per tutta la Calabria. Siamo quasi pronti ad assorbire la rete comunale di Catanzaro secondo il cronoprogramma stabilito, che ha già toccato Reggio e Lamezia».
Una sfida tecnica ma anche politica, come sottolineato da Cambareri in studio. Ai microfoni di LaC, nel servizio curato da Luana Costa, il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita lamentava l’esistenza nel capoluogo di regione di una condotta fatiscente: «Un diritto fondamentale non può dipendere dalla fortuna o dalla sfortuna. Abbiamo diritto a condotta moderna, efficiente. Abbiamo diritto ad avere l’acqua sempre».
La riforma del servizio idrico
Una situazione ereditata dal passato che ha creato nel presente tanti vuoti che vanno colmati. «È una sfida molto ambiziosa – ha rimarcato l’amministratore di Sorical – ma abbiamo già recuperato decenni di ritardo. Basti pensare che la legge nazionale di riferimento per l’idrico è del 1994. Quindi essere riusciti ad avere nel 2022 una legge che ha creato i presupposti per avere un gestore unico in Calabria è un grande risultato. Mi stupisco come per troppi anni ci siano stati superficialità e lassismo, ma soprattutto come sotto il profilo giuridico non ci sia stato alcun adeguamento alle normative nazionale ed europea».
Ancora: «Se negli anni scorsi ci fosse stata la volontà di avviare la riforma oggi non vivremmo questi problemi. Adesso c’è una riforma in corso, anche se ci vorrà del tempo per risolvere tutti i problemi. Ma è importante essere in linea con l’Italia e con l’Europa».
Il caso Vibo
Da Catanzaro a Vibo Valentia, dove da tempo dai rubinetti di molte abitazioni scorre acqua di colore scuro. Un caso, questo, ha affermato Calabretta, che va considerato a parte rispetto alla situazione generale della Calabria. «Vibo dovrebbe essere il territorio che ha a disposizione più risorsa idrica – ha evidenziato – ma la rete comunale è totalmente colabrodo. Negli anni scorsi non ci sono mai stati interventi. Per quel che attiene alla gestione non siamo ancora subentrati e c’è ancora un rapporto di fornitura all’ingrosso. Nella rete comunale viene immessa una risorsa controllata, purtroppo il problema si registra all’interno della rete».
Le sfide future
Tante, dunque, le criticità a cui mettere mano. Una «patata bollente», come sottolineato da Cambareri, che necessita di impegno ma anche di risorse economiche.
Una situazione che, ha dichiarato ancora Calabretta, «ci preoccupa ma non ci scoraggia perché da tempo abbiamo pianificato gli interventi in tutto territorio regionale, che è stato suddiviso in 7 distretti. Abbiamo deciso di puntare sulla completa digitalizzazione dei processi produttivi. È un approccio innovativo. Anche perché arrivare per ultimi ci ha permesso di usufruire del meglio dell’offerta formativa dal punto di vista tecnologico».
«Nello specifico – ha proseguito –, abbiamo individuato obiettivi da raggiungere a medio e lungo termine aumentando anche gli investimenti per ridurre la dispersione idrica, per regolarizzare la riscossione, per ridurre il tasso di morosità. A Reggio abbiamo già attivato una serie di attività che hanno dato i primi benefici, come l’installazione dei misuratori di campo e dei contatori».
Allacci abusivi e cambiamenti climatici
Altro tema affrontato nel corso della trasmissione quello degli allacci abusivi. «Un problema affrontato poco negli anni – ha detto a proposito Calabretta –. È stato indispensabile intervenire anche in sinergia con le forze dell’ordine».
E poi la questione ambientale e i cambiamenti climatici. «Purtroppo la siccità non dà tregua a nessuna regione del Sud. Si sono abbassati notevolmente i livelli di produzione delle sorgenti – ha argomentato l’amministratore di Sorical –. Ma i territori in sofferenza come il nostro sono attenzionati a livello nazionale. L’emergenza è molto sentita e questo ci fa ben sperare, anche se contro i cambiamenti climatici poco possiamo fare. Ovvio che preservare la risorsa idrica e fare interventi mirati potrà aiutare a fronteggiare i momenti emergenziali».
Verso la gestione unica
Ordinario e straordinario: i due piani su cui dovrà muoversi Sorical. «Quando dobbiamo attenderci la normalizzazione sistema?», ha chiesto in chiusura di puntata Cambareri.
«Quando ci è stato affidato il servizio a ottobre 2022 abbiamo concordato un cronoprogramma di 4 anni. Magari sarà soggetto a qualche modifica ma stiamo cercando di rispettare le fasi cruciali sottoscritte nell’accordo».