I detenuti della Casa circondariale di Locri hanno preso parte all’Udienza generale per donare il loro presepe al Papa, realizzato con sapone e farina. L’opera è stata giudicata la più meritevole tra le 63 realizzate dagli ospiti di vari istituti di pena italiani. I detenuti nel penitenziario calabrese hanno primeggiato nell’ambito del “Concorso dei presepi” bandito lo scorso anno dall’Ufficio Ispettorato generale dei cappellani del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e del dipartimento della giustizia minorile.

«Mettendo in campo tutta la loro fantasia e creatività, hanno realizzato un presepe davvero originale, utilizzando materiali 'naturali' come sapone e farina», racconta Caterina Arrotta, direttore del carcere, accompagnata dal commissario Giuseppe Ramundino. L’alta funzionaria ha confidato con quale emozione e ingegno gli stessi detenuti avessero preparato anche la teca per trasportare il presepe in piazza San Pietro.

Il cappellano militare, don Crescenzio De Mizio, ha commentato l’importanza dello stato d’animo di meraviglia vissuto dai detenuti «nel momento in cui hanno acquisito consapevolezza che ci fosse verso di loro un segno di attenzione, in questo caso addirittura da parte del Pontefice, che non scorda mai gli ultimi». Il sacerdote ha poi ricordato come queste persone vivano in «un emisfero caratterizzato dall’attesa di libertà e riscatto».