La presentazione di un cortometraggio sul razzismo è stata l’occasione per un forte e sincero abbraccio tra l’arcivescovo di Cosenza, Giovanni Checchinato, e un giovane del Benin, Bila Chahidou, scampato per due volte alla morte. L’occasione è stata la presentazione di alcuni cortometraggi nella bella Dimora Storica Giostra Vecchia - Palazzo Grisolia 1809, nel cuore del centro storico di Cosenza. Si tratta di corti inediti destinati alle scuole superiori, che trattano temi attuali e delicatissimi come il razzismo, il ruolo delle donne, la fuga dal Sud.

Nel cortometraggio sul razzismo recita fra gli altri Bila. La sua è una storia terribile: comincia dal Benin, in una notte di dicembre del 2020, quando aveva appena compiuto 16 anni. La sua giovane vita aveva già visto grandi tragedie: quando il papà e un fratello vengono uccisi, Bila scappa via, passa la notte nella foresta, spaventato e in preda al panico si addormenta per terra. Il viaggio verso la Libia è lungo e molto difficile. Con lui ci sono altre persone, cambiano auto diverse volte, spesso sono necessarie lunghe fughe a piedi nel deserto. Ma il suo gruppo lo lascia indietro. Bila ha paura, è rimasto da solo nel buio della notte, deve trovare la forza e il coraggio di rialzarsi. 

Alle luci dell’alba un’auto lo raggiunge, questa volta non c’è aiuto per loro, ma solo violenza e torture. Bila trascorre 6 mesi in Libia, in luoghi. Sopravvive bevendo acqua calda, salata, e pane durissimo. Disperato, dimagrito, pieno di lividi, reagisce e riesce a scappare insieme ad altri prigionieri. Trovano lavoro in una villa: Bila fa da giardiniere e da muratore senza chiedere niente in cambio. Nel corso di una notte il padrone di casa riesce a far imbarcare Bila con altre 101 persone su un gommone, troppo piccolo e troppo vecchio. A circa 500 metri dalla costa il gommone si buca e imbarca acqua. Si salvano in 45,  Bila ce la fa, e salva la vita a un bambino caduto nelle acque gelide. Successivamente si imbarca con un gommone più grande e con meno persone. Partono alle 22:00; alle 6 del mattino successivo vedono finalmente una imbarcazione in lontananza. Era la Ocean Viking. Bila piange di gioia, ha lottato, si è aggrappato alla vita, e finalmente vede davanti a lui un’altra possibilità.

Arriva in Sicilia, poi lo portano a Crotone, e infine a Bocchigliero. Ora vive con altri profughi a Castiglione Cosentino presso Casa Sant’Antonio. Studia, un giorno andrà all’università. Sogna di fare il medico: “voglio aiutare chi soffre". Bila ha partecipato alla presentazione del cortometraggio sul razzismo alla Dimora storica. C’è tanta gente, molta commozione. Mons.Checchinato lo vede, si avvicina, si abbracciano. Il vescovo conosce bene il Benin. Con Bila parlano delle drammatiche condizioni di tanta gente dell’Africa.

‘Mi chiamo Bila” per la regia di Andrea Laratta, con Salvatore Audia, Bila Chahidou, Alessandro Massimilla, Alfredo Federico. Durata 8 minuti. La presentazione è stata organizzata dall’Associazione Culturale La Giostra. Il 13 maggio la proiezione nell’ Istituto Tecnico che frequenta Bila, il Nitti di Cosenza, voluto dal presidente Damiano De Paola.