VIDEO | “Questa è casa tua”, è il messaggio dell’iniziativa promossa dall’Azione cattolica parrocchiale che ha visto tante persone, a cominciare dai più piccoli, liberare da erbacce e rifiuti il calvario dominato dalla statua di Padre Pio
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Il calvario di Vibo Marina, dominato dalla statua di Padre Pio, torna fruibile grazie all'impegno dei più piccoli che sabato pomeriggio hanno raccolto montagne di erbacce e rifiuti che deturpavano uno dei luoghi simbolo della frazione marina del capoluogo vibonese.
L'iniziativa, promossa dal presidente dell'Azione cattolica parrocchiale Leo Monteleone, ha richiamato un centinaio di volontari e diverse associazioni del territorio. «I ragazzi – ha affermato Monteleone - stanno seguendo un percorso di crescita cristiana che prende le mosse dall'Enciclica di Papa Francesco: “Il mondo è qualcosa di più che un problema da risolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode” (Laudato si’, 12). Partendo da questa affermazione - ha proseguito - abbiamo deciso di dedicare il nostro impegno cristiano alla salvaguardia di un pezzo di Vibo Marina: il calvario e la statua di Padre Pio, un luogo di preghiera e di supplica».
E così, in via Stazione, in un tiepido pomeriggio di febbraio, si sono presentati i ragazzi accompagnati dai loro genitori. «Se la gente fosse meno indifferente alla propria “casa”, questo paese sarebbe più bello. Vibo Marina ha tante potenzialità, non solo il mare, è una città bellissima», spiega una mamma intenta a restituire decoro a questo angolo della frazione. A dare una mano ci sono proprio tutti. A partire da don Enzo Varone, parroco della Madonna del Rosario di Pompei a Vibo Marina. «Questa è casa mia - ha detto il parroco -, è casa di tutti noi». Un senso civico che appartiene ai più piccoli. Sono loro a contagiare gli adulti. Loro a dare l'esempio ai “grandi”. Alla giornata ecologica ha partecipato anche il sindaco Maria Limardo: pure lei ha indossato i guanti e ha contribuito a liberare questo luogo dal degrado. “Questa è casa tua”, lo slogan dell’iniziativa. Quasi un richiamo per gli adulti che non si curano degli spazi comuni, ma anche una rivendicazione per le nuove generazioni, di certo più sensibili dei loro genitori a queste tematiche.