Partito dalla Guinea, ha attraversato il mare fino ad arrivare in Calabria dove ha ottenuto la carta d'identità che attesta la sua nazionalità italiana. Il padre è un modenese che negli anni 90 si trovava in Africa per lavoro. Ecco la sua storia
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È italiano, ma per raggiungere quello che è anche il suo Paese ha dovuto affrontare una vera e propria odissea arrivando alla fine come clandestino. Attraversando il mar Mediterraneo su un barchino e sfidando così la morte. È la storia di Michel Ivo Ceresoli, nato 34 anni fa in Guinea Conakry, da una giovane donna del posto e da uomo italiano. Quest'ultimo, di origini modenesi, nella prima metà degli anni Novanta è stato nel Paese africano dove lavorava per conto di una multinazionale italiana delle costruzioni e dove aveva messo su famiglia. Due i bimbi avuti, Michel e suo fratello, entrambi riconosciuti dall'uomo che ha dato loro il suo cognome.
Oggi Michel è finalmente riuscito a raggiungere l'Italia e a ottenere la carta d'identità che attesta la sua nazionalità italiana. Una conquista targata Crotone: è qui infatti che viene destinato, da clandestino, dopo lo sbarco a Lampedusa. Ma riavvolgiamo il nastro: la vita di Michel in Africa è tutt'altro che semplice. Nel 1996 il padre lascia la Guinea: «Da quel momento - racconta Michel all'Ansa - non abbiamo avuto più contatti con lui. Dieci anni dopo, nel 2006, abbiamo provato a venire in Italia, ma per mancanza di mezzi e per l'assenza dell'ambasciata italiana, non ci siamo riusciti».
Michel intanto si laurea in Diritto internazionale, risultando tra i migliori del suo corso. Il sogno di andare in Italia però non lo abbandona. Nel 2028 l'ambasciata riapre ma anche stavolta i suoi tentativi sono nati, anche per una certa ritrosia da parte dei guineani nei confronti di un "mezzo italiano", racconta. «Abbiamo avuto problemi prima con mio padre e poi con le autorità italiane. Per non parlare di quelli con le autorità locali, che ci hanno rifiutato tutto perché per loro non siamo guineani. Abbiamo subito umiliazioni su umiliazioni. Nel nostro Paese era meglio morire che restare un giorno in più. Così ho deciso di usare i soldi risparmiati per prendere la via del mare».
La partenza da casa nel febbraio del 2023, riporta ansa. Da qui l'arrivo in Algeria dove viene arrestato ma riesce a fuggire. Arriva a piedi a Sfax, in Tunisia, e da qui riesce finalmente a imbarcarsi ai primi di luglio. Arriva a Lampedusa e quando dice di essere italiano, lui che parla solo francese, non viene creduto. Due giorni dopo il trasferimento al Cara di Isola Capo Rizzuto. È qui, prosegue il racconto dell'ansa, che finalmente viene ascoltato. La Prefettura di Crotone fa le verifiche del caso e il 22 febbraio scorso il Comune gli rilascia la carta d'identità come cittadino italiano. Nel Cara non può più stare perché italiano, appunto. Al suo fianco c'è l'associazione Sabir, che gli ha trovato un alloggio temporaneo. Michel ora sta imparando l'italiano ed è alla ricerca di un lavoro, intanto coltiva il sogno di trovare suo padre (per «chiedergli perché ci ha abbandonati») e anche di far venire in Italia la mamma e il fratello. «Senza però fargli vivere le difficoltà che ho dovuto affrontare io», dice.