L’analisi dell'Istat è sui dati pre e post pandemia e tiene conto di iscrizioni e cancellazioni anagrafiche. Emerge pure la nuova tendenza di abbandonare le grandi città (ASCOLTA L'AUDIO)
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Nel saldo finale tra chi arriva e chi se ne va, relativamente ai movimenti migratori interni al nostro Paese post pandemia, il Mezzogiorno rimane il territorio con il segno negativo. La Calabria con il suo -4,4 per mille si conferma agli ultimi posti “superata” solo dalla Basilicata (-4,8 per mille) e davanti alla Campania (-3,2). E Crotone, nel rapporto tra cancellazioni e iscrizioni anagrafiche, guadagna il fondo della classifica nazionale perdendo 7,1 residenti ogni mille abitanti (nonostante un rallentamento delle cancellazioni). Non se la passano meglio Vibo Valentia (-5,68) e Reggio Calabria (-5,63) che occupano rispettivamente il terz’ultimo e il quart’ultimo posto nella speciale classifica, divisi da Crotone soltanto dal -5,99 della siciliana Caltanissetta.
I saldi migratori al tempo del Covid
È quanto risulta dall’analisi Istat dei bilanci demografici mensili dello scorso anno – rilanciata da Il Sole24Ore – che mette in evidenza quali sono le province che hanno perso più residenti a favore di altri territori e quali, al contrario si sono mostrate più attrattive. Uno studio che mette a confronto i dati pre e post pandemia, quindi riferiti al lasso di tempo che va dal 2019 al 2021.
C’è infatti da tenere conto che il Covid ha in qualche modo modificato le scelte e le priorità di vita di chi decide di trasferirsi da una parte all’altra del Paese, ma anche all’interno della stessa regione. Perché chi lo ha fatto, oltre ai classici motivi di lavoro o studio, ha fatto una scelta di vita, senza dimenticare le opportunità offerte dallo smart working che per molti è divenuta una modalità di lavoro anche a lungo termine.
“Nel 2021 – si legge sul quotidiano economico finanziario – le migrazioni interne sono tornate a crescere dopo il brusco arretramento imposto dalle limitazioni i agli spostamenti del 2020 si registrarono un milione 334mila trasferimenti di residenza interni al Paese, il 10% in meno rispetto al 2019; nel 2021 si ritorna a oltrepassare abbondantemente quota un milione 400mila, un livello ancora non del tutto in linea con quelli pre pandemici (rispetto ai quali si rileva una differenza del 4,9%), ma nemmeno lontano”.
Il risultato, per certi versi in controtendenza col passato e che ribalta le classifiche che eravamo abituati a leggere, è che per esempio Milano registra il maggior numero di cancellazioni anagrafiche, riducendo quasi del 10% le iscrizioni di nuovi cittadini provenienti da altre città, risultando in definitiva con un saldo migratorio interno negativo. Così in cima alla classifica delle iscrizioni anagrafiche – sempre rispetto al saldo pre pandemia – si ritrova Enna (+17,8%) seguita da Trieste (+13,5).
Nel dettaglio – fa notare ilSole – sono 389mila gli individui che hanno lasciato nel corso dell’anno un comune meridionale per trasferirsi in un altro comune (anche del Sud), mentre sono 339mila quelli che hanno eletto un comune meridionale quale luogo di residenza (anche provenienti da altro comune del Sud). Una dinamica che ha generato un saldo negativo di 49mila unità (2,3 ogni mille abitanti, in peggioramento rispetto al 2,4 per mille del 2020).
Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche
Osservando i grafici che danno conto del trend delle iscrizioni e delle cancellazioni anagrafiche si può anche dire che in generale calano i trasferimenti dal Sud verso altri comuni della penisola, nonostante le città del Nord continuino ad avere il primato dell’attrattività. Difatti è Trieste la città che ha accolto più cittadini italiani, seguita da Piacenza, Bologna, Pavia e Ferrara.
Ma in Calabria qualche provincia comincia a cambiare rotta. Come nel caso di Crotone e Reggio Calabria. Le due calabresi occupano sempre il fondo della classifica. I pitagorici registrano, ogni mille abitanti, 13,1 “iscritti da altri comuni nel 2021” (-32,6%); mentre in riva allo Stretto gli iscritti ogni mille abitanti sono 12 (-15,5). Dati negativi, certo, che sono però mitigati dal saldo delle cancellazioni anagrafiche. Se, nello stesso periodo, Crotone ne conta 20,2 ogni mille abitanti con un calo del 31,9%, Reggio perde 17,6 cittadini fissando la percentuale ad un -20,4%.