Il Forum “Stefano Gioia” sottolinea la lunga gestazione del documento che avrebbe dovuto essere approvato entro sei mesi dall’istituzione dell’area protetta: «Per 12 anni nessuna modifica ai limiti di potenza»
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«Il Parco Nazionale del Pollino attende da oltre trent’anni il suo primo Piano per il Parco. Questo rappresenta una vergogna assoluta, considerato che avrebbe dovuto essere approvato entro… sei mesi dall'istituzione dell’area protetta. Il Piano per il Parco è uno strumento di programmazione fondamentale per lo sviluppo del territorio del Parco più grande d’Italia e per la captazione delle risorse economiche collegate». Lo scrive, in una nota, il Forum “Stefano Gioia” delle associazioni e comitati calabresi e lucani per la tutela della legalità e del territorio.
Nel Piano, lo ricordiamo, è contenuta la prescrizione del limite massimo di potenza di 10 Mw termici consentiti per gli impianti a biomasse all’interno dell’area. Prescrizione che quindi impone una limitazione per la centrale del Mercure, che attualmente lavora a 35 Mw netti. Una vicenda esplosa negli ultimi tempi dopo l’approvazione in Consiglio regionale della cosiddetta “norma Laghi”.
«C’è voluta una “gestazione” di oltre 12 anni (!), durante la quale il Piano è stato più volte sottoposto e valutato da tutti gli stakeholders interessati - le Regioni Calabria e Basilicata, l’Ente Parco, le amministrazioni dei Comuni del Parco, ecc. ecc.-, prima di approdare alla versione definitiva e alla successiva approvazione, da parte della Regione Calabria, nel luglio 2023. Un anno e mezzo fa – rimarca il Forum –. Per ben 12 anni (!!!), dunque, la caratterizzazione negativa della centrale del Mercure e la prescrizione circa i limiti di potenza per le centrali a biomasse all’interno del Parco, contenuti all’interno del Piano, non sono stati oggetto di alcuna modifica».
«Inserire, ora, una deroga “ad impiantum”, per la centrale del Mercure, significherebbe introdurre una sostanziale variazione in un complesso e articolato processo amministrativo, durante il quale tale deroga non è mai stata né proposta, né tantomeno introdotta – prosegue la nota –. Ciò, con evidenza incontrovertibile, renderebbe l’atto amministrativo – il Piano per il Parco – facilmente impugnabile, bloccandone così, per chissà quanti altri anni ancora, l’efficacia. E questo a maggior ragione dopo l’approvazione – senza deroghe – da parte della Regione Calabria, rispetto a cui l’eventuale, ingiustificata deroga della Regione Basilicata si porrebbe in evidente disomogeneità».
«Tra le altre cose – aggiunge il Forum –, l’autorizzazione al funzionamento della centrale è in capo unicamente alla Regione Calabria, sul cui territorio si trova la centrale del Mercure, per cui le controversie giuridiche non coinvolgono assolutamente la Basilicata, cui spetta semplicemente fornire il territorio di uno strumento necessario per lo sviluppo anche economico e occupazionale».
«Chiediamo pertanto al presidente Bardi e all’intero Consiglio regionale della Regione Basilicata – concludono gli attivisti – di non penalizzare le amministrazioni e le popolazioni che si trovano all’interno del Parco più grande d’Italia e di procedere senza più indugi alla lineare approvazione del Piano per il Parco Nazionale del Pollino, senza deroghe di sorta, che ne comprometterebbero l’immediata efficacia».