Pochi lampioni funzionanti nei pressi di una delle maggiori strutture sanitarie in Calabria. Così i tanti fruitori rischiano incidenti
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Se non si stesse per affrontare un problema serio, si potrebbe ironizzare sul fatto che per un giocatore di poker “andare al buio” è un atto di coraggio. Quasi di sfrontatezza. Che però non si vogliono e non si possono permettere i fruitori - e sono parecchi, anche in autunno inoltrato e nel rigido periodo invernale - del viale del presidio oncoematologico Ciaccio-De Lellis (da un anno e mezzo circa anche centro vaccinale Anticovid), situato nella zona Nord di Catanzaro e nello specifico nel quartiere Pontepiccolo come noto a tanti pure fuori dalla città per l’importanza del presidio clinico.
Il riferimento è dunque alla situazione vissuta da decine di abitanti della zona che amano passeggiare immersi nella natura; di quanti possiedono un cane; sono soliti andare in bicicletta o praticare il footing all’aria aperta. I quali, però, nei mesi compresi tra novembre e febbraio in cui fa buio molto presto, o comunque non tardi, da un certo orario in poi del pomeriggio (cioè quando per ovvie ragioni legate ai pressanti impegni giornalieri di ognuno si registra il maggiore afflusso) devono farlo quasi nell’oscurità o, al massimo, in penombra.
Motivo? L’illuminazione della grande area di accesso all’ospedale è da tempo immemore scarsa e in alcuni punti inesistente. Un fatto incomprensibile, che spiace dirlo può registrarsi soltanto in una realtà talvolta paradossale come quella del Sud e della Calabria in particolare.
Si tratta di una città, capoluogo regionale, che invece di valorizzare o quantomeno presentare in condizioni accettabili una struttura di primo piano nella cura dei tumori e - lo si ribadisce - da parecchio anche luogo a cui hanno accesso decine, se non centinaia, di persone per vaccinarsi contro il Coronavirus, la fa restare al buio con un connesso alto rischio di incidenti o situazioni comunque spiacevoli. Considerato come, in virtù della situazione descritta, sia solo per fortuna che lì non è ancora successo qualcosa di grave.
Basti pensare alle tantissime auto private, ma anche alle ambulanze, ai bus, ai camion carichi di attrezzature mediche speciali che transitano lungo il viale del Ciaccio spesso con gli abbaglianti accesi malgrado la velocità ridotta (peraltro non di rado invece sostenuta) per il timore di investire qualche persona o talvolta un animale, randagio o domestico, che… abbondano.
Non dimenticando l’altro problema della gente in fila (fra cui anziani e malati), esposta al freddo o alle intemperie senza riparo, in attesa di ricevere il vaccino. Ma tant’è. Nessuno di chi dovrebbe intervenire lo fa, privando il Del Lellis della luce dei riflettori in ogni senso.