Dopo la presentazione del murales dedicato al commissario Angelo De Fiore, un valoroso calabrese che durante la Seconda Guerra Mondiale ha salvato centinaia di ebrei dalla deportazione mentre lavorava presso l'Ufficio Stranieri della Questura di Roma, la città di Diamante ha celebrato un secondo momento di riconoscimento nei confronti dei garanti della pubblica sicurezza. Questo evento si è svolto presso l'Istituto d'Istruzione Superiore di Via Panoramica, dove il capo della Polizia, il prefetto Vittorio Pisani, ha ricevuto la cittadinanza onoraria a nome di tutto il corpo della forza dell’ordine. L'occasione è stata molto emozionante, con la presenza di autorità civili, militari e religiose, oltre a numerosi studenti. Tuttavia, l'atmosfera di celebrazione è stata temperata dalla difficile realtà delle violente cariche che hanno coinvolto coetanei degli studenti presenti, avvenute recentemente a Pisa e Firenze.

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«I fatti di Pisa, sono fatti su cui, da quello che già è stato affermato e più volte detto sia dal Viminale che dalle autorità competenti, se sarà verificato l’errore non ci gireremo dall’altra parte ma questo non significa dover incriminare i tanti uomini e donne che ogni giorno sono al nostro fianco, ai quali va il nostro grazie, sempre e comunque». Così la sottosegretaria al ministero dell’Interno, Wanda Ferro, ha cristallizzato il senso del momento, fondato sulla gratitudine e la granitica fiducia nei confronti degli agenti di tutte le forze dell’ordine, con particolare riferimento alla Polizia di Stato che, dopo i contraccolpi subiti nell’immagine, proprio ieri ha visto alcuni suoi agenti diventare oggetto di un raid da parte di un gruppo di persone che, a Torino, ha cercato di impedire l’arresto di un migrante sorpreso ad imbrattare un muro con vernice spray.

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«Oggi è una bella giornata - ha commentato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, a latere della cerimonia di scopertura del murales sul lungomare - quindi un plauso alle istituzioni che hanno voluto organizzarla, perché quando si celebra un evento all'insegna della legalità, in una regione come la Calabria, è sempre una bella giornata. Soprattutto poi, quando si svolge davanti agli studenti di una scuola, cui verrà spiegato che solo le istituzioni, quando sono forti, possono dare un futuro migliore ai giovani. Perché la ‘ndrangheta e la illegalità questo futuro, per tanti anni, l'hanno ucciso. Io ho grande simpatia verso tutte le forze dell'ordine, soprattutto verso questi ragazzi, questi signori in divisa che guadagnano milletrecento, millequattrocento euro al mese e che non sanno se la sera torneranno a casa».

Con fiducia e solidarietà verso coloro che si impegnano fino all'estremo per mantenere l'ordine civile, la comunità di Diamante ha accolto una nuova presenza ispirata e amplificata dalla figura del "giusto tra le nazioni" Angelo De Fiore. Questo sentimento si concretizzerà con l'apertura imminente di un nuovo commissariato, che arricchirà ulteriormente il tessuto sociale della città.

«Il murales che abbiamo scoperto oggi - ha sottolineato il sindaco diamantese Ernesto Magorno - è utile a ricordare a tutti, a noi, per primi alla mia comunità, che le Shoah non si devono ripetere mai più. Quella che ha riguardato gli ebrei durante la Seconda guerra mondiale e tutte le altre Shoah, che distruggono uomini, donne, bambini, comunità che quotidianamente, in giro per il mondo, subiscono, subiscono Shoah. Quindi questo murales vuole anche essere un monito soprattutto ai giovani. E vuole anche far crescere la cultura della tolleranza verso chiunque».

«Io la Polizia di Stato - ha concluso il primo cittadino di Diamante - non l'ho mai vista come controparte. Vengo da una militanza politica in cui gli scontri ideologici sono stati fortissimi nella prima Repubblica, nel secolo scorso. Però ho sempre ritenuto che le forze dell’ordine fossero dalla nostra parte».

Anche il prefetto di Cosenza, sua eccellenza Vittoria Ciaramella, nel nesso tra i fatti di Pisa e la mattinata vissuta a Diamante, ha riconosciuto «un momento che, già di per sé, rappresenta una pacificazione», anche perché il riconoscimento, nella sua duplice veste di murales e cittadinanza onoraria, è stato tributato a partire dalla storia di un commissario «che ha saputo rischiare, sacrificare, mettendo a repentaglio la propria stessa vita - ha concluso Ciaramella - per salvare tante persone nel periodo della guerra».

Tra le autorità presenti, anche la presidente della Provincia bruzia, Maria Rosaria Succurro e il vescovo Stefano Rega, guida spirituale della diocesi “San Marco Argentano-Scalea”, entrambi allineati sulla valorizzazione dell’opera condotta dagli agenti in divisa, «che soprattutto a noi sindaci - ha detto Succurro nella sua veste di prima cittadina di San Giovanni in Fiore - trasmettono sicurezza».