La grave carenza di personale all’interno della casa circondariale di Vibo Valentia è stata al centro di un incontro tra il segretario del Sindacato autonomo di Polizia penitenziaria Francesco Ciccone e il prefetto di Vibo Valentia Paolo Giovanni Grieco. «La situazione all’interno della Casa Circondariale di Vibo Valentia – spiega Ciccone - diventa giorno dopo giorno sempre più drammatica». Vibo Valentia, un carcere strategico, tra i più importanti del Mezzogiorno e dell’intera Italia. Rimpolpato dalle continue grandi operazioni condotte dalle Procure antimafia, in primo luogo quella di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri. Saturo di detenuti, alle prese con una evidente scopertura di agenti di custodia.  

«L’Istituto – prosegue il segretario del Sappe  – è al limite della capienza. Questo determina forti problemi sia per il regolare mantenimento dell’ordine, sicurezza e disciplina dell’istituto stesso nonché per la stessa convivenza intramuraria dei detenuti, in corrispondenza soprattutto con l’apertura nel 2020 del reparto Protetto promiscuo che ospita quasi 30 detenuti tutti con problemi di convivenza, psichiatrici e 14 bis». Al rappresentante territoriale del Governo, Francesco Ciccone ha consegnato un documento dettagliato con i numeri dell’emergenza: «Attualmente nell’istituto Vibonese sono presenti 435 detenuti per 155 agenti a fronte delle 246 unità previste dal D.M. del 2017. Di queste, 22 unità svolgono servizio presso il Nucleo Traduzioni e piantonamenti, 30 unità svolgono servizio negli uffici, 18 unità sono invece distaccate in altre sedi o presso la CMO (Ospedale Militare di Messina). Pertanto solo 80 unità svolgono servizio presso i reparti detentivi».