Riletto oggi, alla luce della decisione del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, il comunicato del Comitato “Fuori i veleni” suona profetico. Gli attivisti confidavano nel Paur (Procedimento autorizzativo unico regionale) come ultimo baluardo per evitare che gli scarti di Eni Rewind restassero a Crotone. Bene, il ministero - con un decreto dello scorso 1 agosto - dà alla Regione Calabria un mese di tempo per avviare la modifica del Paur e altrettanto a Eni per iniziare un nuovo scouting per la ricerca di discariche all’estero per lo smaltimento dei rifiuti.

Gli esiti dello scouting, «con le evidenze oggettive (mail, offerte, contratti, autorizzazioni, ecc.), devono essere prodotte entro i successivi 120 giorni». Allo stesso tempo, saranno eseguite «ulteriori verifiche sul territorio nazionale dalle Componenti Specializzate dell’Arma dei Carabinieri» come annunciato dal commissario straordinario delegato alla bonifica del Sin di Crotone, Emilio Errigo.

Un ultimo tentativo. Se dovesse fallire la ricerca di destinazioni alternative, una volta modificato il Provvedimento che vincola la destinazione degli scarti a impianti fuori dalla Calabria, i rifiuti – almeno per una parte dell’area da bonificare: aree Nord e Centro-Sud dell’ex Pertusola e la porzione di via Leonardo Da Vinci (ex strada Consortile) che costeggia la discarica ex Fosfotec –  potranno essere smaltiti a Crotone. Questione di tempo, insomma: il decreto fissa l’inizio dei lavori entro il mese di ottobre 2024.

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E anche per questo il sindaco della città pitagorica Vincenzo Voce ha annunciato che ricorrerà al Tar.

La decisione arriva al termine della conferenza dei servizi del 26 giugno scorso: il decreto parla di «conclusione positiva» e spiega che le ragioni del dissenso, manifestate da Regione, Provincia e Comune, sono superate dalle «valutazioni tecniche acquisite nel corso del procedimento e dall’interesse pubblico prevalente all’avvio delle operazioni di bonifica immediatamente eseguibili, che costituisce adempimento di un obbligo di legge nel rispetto del principio “chi inquina paga”».

Ulteriore (e decisivo) rilievo: gli accertamenti eseguiti con il supporto di Ispra e del commissario straordinario di governo, Emilio Errigo, «non hanno individuato discariche alternative a quella individuata da Eni Rewind nel territorio della regione Calabria per il conferimento dei rifiuti prodotti dalle operazioni di bonifica, oggetto del presente procedimento». Altro riferimento è alle indagini condotte da Eni all’estero. In una nota tecnica che risale al giugno 2021 l’azienda sottolinea che «in Europa si riscontra una situazione simile a quella italiana, con una carenza strutturale di discariche per queste tipologie di rifiuti, le cui capacità residue vengono prioritariamente dedicate ai rispettivi fabbisogni nazionali nel rispetto del principio comunitario di prossimità. Pertanto, opzioni di smaltimento dei rifiuti all’estero sono percorribili solo per quantitativi limitati (poche migliaia di tonnellate) e con tempi e costi crescenti esponenzialmente».

Sempre nel decreto si avverte che «non sono ulteriormente procrastinabili gli interventi di bonifica immediatamente eseguibili, oggetto del progetto stralcio, tenuto conto di quanto rappresentato nel corso del procedimento in ordine alla situazione sanitaria nel territorio di Crotone e nello specifico del Sin e delle aree circostanti (Studio “Sentieri”), che impongono l’urgente avvio dei lavori, anche in ossequio al principio di precauzione».

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Con il decreto dell’1 agosto scorso il ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica dà il via libera al progetto stralcio del Piano operativo di bonifica Fase 2 varato nel 2020 che nei mesi scorsi era stato presentato da Eni Rewind per una parte del Sin.

Il ministero approva dunque gli interventi proposti – da avviare entro il prossimo ottobre – per il risanamento ambientale della discarica fronte mare ex Pertusola-Armeria e dei siti interni degli ex stabilimenti Pertusola Nord ed ex Agricoltura dove si trovano ammassati rifiuti pericolosi e non pericolosi privi di Tenorm e amianto.

Restano invece separate dall'avvio del Pob 2 della bonifica sia la discarica fronte mare, ex Fosfotec-Farina Trappeto, che l’area della ex Fosfotec. Entrambi i siti, riporta il decreto del Mase, «necessitano di ulteriori approfondimenti tecnici» anche sulla destinazione finale delle scorie industriali, alla luce dell’«indisponibilità degli enti» ad autorizzare la «realizzazione di una discarica di scopo».

Eni Rewind dovrà versare alla Regione una fideiussione pari al 50 per cento del costo degli interventi che complessivamente ammontano a 160 milioni di euro. Eni Rewind ha già scelto per questo primo stralcio la discarica dei fratelli Vrenna.

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Il commissario Errigo: «Iniziativa necessaria per superare l’impasse»

Per il generale Errigo «il progetto riguarda, in particolare la discarica ex Pertusola Sud, parte dello stabilimento ex Pertusola (Area Nord) e parte dello stabilimento ex Agricoltura a completamento della bonifica del sito, consentendo l'immediata rimozione di circa il 70% (pari a ca. 760 kton) dei volumi complessivi (ca.1050 kton) di rifiuti previsti dalla bonifica di tutte le aree oggetto di interventi di scavo e smaltimento previste dal Pob Fase 2 (approvato a marzo 2020). Come detto, si tratta di un primo stralcio di lavori immediatamente eseguibili (per un valore di oltre 160 milioni di euro) che sono la prima risposta concreta ai cittadini di Crotone che da troppo tempo attendono l'effettivo avvio della bonifica degli ex stabilimenti industriali».

«L’iniziativa del Ministero – spiega il commissario – si è resa necessaria per superare l'impasse che si era venuto a determinare a causa dell'assenza di discariche fuori dalla Regione Calabria idonee a ricevere i rifiuti della bonifica, confermata anche a seguito della ricerca, attraverso le richieste di scouting nazionale e internazionale, inviate agli enti competenti e successivamente alle forze dell’ordine, fortemente volute dal Commissario Straordinario Delegato». «Eliminare i rifiuti dai siti contaminati ora esistenti a Crotone – continua la nota – non è una discrezionalità amministrativa, ma un obbligo di legge penalmente sanzionabile in caso di comportamenti omissivi e ostruzionismi agli doveri giuridici di adempimenti illegali. Il progetto approvato, autorizza finalmente l’avvio dei lavori e il conferimento dei rifiuti della bonifica in idonea discarica esistente ed in esercizio, (non lasciando quei rifiuti in balia degli eventi atmosferici e confinati all’aria aperta) senza prevedere la costruzione di nuove discariche in linea con il piano regionale di gestione dei rifiuti recentemente approvato. La rimozione della discarica ex Pertusola, collocata sull'arenile di fronte le ex fabbriche, è un progetto dall'alto valore ambientale e sanitario in quanto elimina una fonte di contaminazione dell’ambiente marino impattato dalla presenza della discarica da oltre quarant’anni».