VIDEO | Incontro voluto dal Forum del terzo settore che ha convocato associazioni e cooperative impegnate nella gestione di terreni e strutture strappate alla criminalità organizzata. Fondazione per il Sud ha presentato un documento con i cambiamenti richiesti
Tutti gli articoli di Attualità
PHOTO
«I beni confiscati che rimangono fermi non sono "beni" perché non fanno alcun bene: invece diventano "mali", proprio come alcune apparecchiature della sanità calabrese che ci sono ma non vengono attivate». Come al solito sferzante malgrado la dolce esposizione don Giacomo Panizza, sacerdote presidente della comunità Progetto Sud di Lamezia.
Questo uno dei passaggi principali durante il saluto dell'incontro tenuto nella Oasi Bartolomea dove il Forum del Terzo Settore Calabria ha convocato associazioni, cooperative ed operatori sociali impegnati nella gestione dei beni confiscati alla 'ndrangheta. Al tavolo dei lavori il prossimo presidente di Fondazione per il Sud Stefano Consiglio (l'attuale Carlo Borgomeo era a Milano per diventare nonno di due gemelline).
«Il modello attuale va migliorato - ha detto Consiglio -, abbiamo elaborato un documento di riforma e ne stiamo discutendo con gli stakeholders, prima a Napoli, ora in Calabria e proseguiremo il tour in Sicilia ed in Puglia».
Per l'ANBSC, l'Agenzia nazionale Beni sequestrati alla criminalità, c'era il direttore generale Fernando Bortolotti: «Dalla data di costituzione dell'Agenzia abbiamo già consegnato 2.455 beni immobili e circa 250 aziende; ma il numero generale è molto più alto con ulteriori 3.400 beni immobili ed altre 500 aziende». La credibilità dello Stato, della politica e della società passa anche da qui.