Quando una canonizzazione con tanto di bolla arcivescovile diventa quasi una formalità di gioia e condivisione non solo religiosa. Si perché uno dei riti della Pasquetta più antichi della provincia di Crotone e dell’intera Calabria è certamente il pellegrinaggio al Santuario della Madonna della Scala a Belvedere Spinello che prendeva già il suo il nome dalla scultura in pietra della Vergine, con il bambino Gesù sul braccio destro dietro la quale vi è dipinta una scala che conduce ad una piccola porta su cui appare la scritta “Questa è la scala che ti condurrà a Me”.

E su quanto questo luogo di culto sia antico, c’è certamente la storia di Ferrante Spinelli (1523-1547) che aveva ripopolato con gente albanese il casale, che da lui prese il nome di Montespinello, e, come in altre situazioni simili, il feudatario o i suoi successori, favorirono la venuta degli Agostiniani, che attorno alla preesistente chiesa costruirono il loro convento.

E durante la santa messa del lunedì dell’Angelo di ieri, celebrata dall’Arcivescovo di Crotone-Santa Severina Angelo Panzetta, lo hanno ricordato sia il pastore di tutti che Don Vincenzo Scerbo (diventato ora primo Rettore del Santuario) che l’elevazione canonica ufficiale della Chiesa della Madonna della Scala a Santuario Diocesano, venga dopo il riconoscimento popolare e religioso di questo luogo e di questa stessa Madonna. Il pellegrinaggio al Santuario della Madonna della Scala è infatti una tradizione, che resiste da moltissimi anni. Il lunedì di pasquetta è consuetudine per la gente del posto ma anche per i pellegrini dei comuni di Verzino, Savelli, Castelsilano, San Giovanni in Fiore, partecipare ai riti di preghiera nel Santuario della Madonna della Scala.

Ma ieri è stata comunque una grande gioia ed un momento di partecipazione religiosa e popolare sancita dall’aspersione dell’altare con l’acqua santa, dalla deposizione delle reliquie di due beate catanzaresi all’interno di un piccolo scavo dell’altare e dall’unzione dello stesso con l’olio del crisma preceduto dall’ardere di un braciere e dalla vestizione ed illuminazione dell’altare, ora completamente dedicato al Santuario che il cancelliere arcivescovile ha canonizzato anche attraverso la lettura del verbale poi firmato dall’Arcivescovo, dal primo Rettore e dal Sindaco di Belcedere Spinello Rosario Macrì.

Tanti i ringraziamenti ai tantissimi fedeli che hanno partecipato attivamente anche tramite donazioni ed in particolar modo al Comitato americano di Glen Cove N.Y. che da più di 35 anni sostiene beneficamente la propria comunità di origine attraverso opere ed interventi come in occasione del questo ultimo restauro terminato proprio qualche giorno prima di questa occasione liturgica solenne di ieri pomeriggio.

«Da sempre i Santuari sono strumenti di elevazione verso Dio ma anche in senso orizzontale» ha tenuto a sottolineare l’Arcivescovo Panzetta «e che qui sancisca l’attaccamento dei nostri immigrati in America così come l’unità di tante comunità della provincia e della Calabria intera è stato certamente un valore aggiunto affinchè procedessimo a questa canonizzazione che deve servire ad aumentare le occasioni di incontro e preghiera». 

Così come forte è stata l’emozione del primo cittadino Rosario Macrì: «La sinergia tra il Comitato locale e quello statunitense, con la curia che da sempre attraverso i parroci che don Vincenzo ha fatto benissimo ad invitare in questo momento solenne, hanno permesso alle amministrazioni di contribuire a preservare questi luoghi come vero e proprio gioiello della nostra regione» ha voluto chiosare il Sindaco «consegnandoci, oggi, la responsabilità di promuoverlo sempre meglio e di più, anche come luogo di incontro di preghiera e di pace aperto a tutti».