«I vescovi italiani seguono il magistero del Papa e sono preoccupati per le realtà più fragili del Paese. Per questo legittimamente esprimono una posizione sull’autonomia differenziata. La Calabria è tra le regioni più depresse del paese e questo provvedimento può aggravarne la condizione. Naturalmente quello dei vescovi non è un giudizio tecnico ma un giudizio etico ed evangelico: come Gesù stanno dalla parte dei più deboli e dei più poveri». Così Monsignor Antonio Staglianò si è espresso in una intervista rilasciata al nostro network, sul recente contrasto tra una parte politica della maggioranza di Governo, segnatamente la Lega di Salvini, e la Conferenza Episcopale Italiana fortemente critica verso la devoluzione di cui proprio le regioni del Mezzogiorno potrebbero pagare le conseguenze più dure.

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Il Cristo come dress code dei giovani

Originario di Isola Capo Rizzuto e scelto da Papa Francesco per guidare la Pontificia Accademia di Teologia, monsignor Staglianò, vescovo emerito di Noto, intervenuto alla seconda delle quattro serate del Festival delle Parole Sott’olio di Castiglione Cosentino, conversando con il sindaco Salvatore Magarò e con il giornalista Romano Pitaro si è prodotto in un brillante intervento richiamando ai valori del cristianesimo e riuscendo ad instaurare un rapporto empatico anche con gli ascoltatori più giovani. Grazie alla sua personale parafrasi del brano vincitore di Sanremo cantato da Angelina Mango: «Bisogna scacciare i tempi usati rincorrendo i contratti, il business e il denaro in una corsa frenetica e piena di noia, per vestire di umanità il tempo vissuto. Il vestito adeguato indicato dall’artista è la corona di spine. E di corone di spine una sola ce n’è, quella indossata da Gesù il cui potenziale simbolico è straordinario. Ci ricorda che il soffrire umano trasforma le ferite in feritoie di speranza per il rinnovamento. I ragazzi magari non vengono più in chiesa e non seguono la catechesi, ma se usano la testa e pensano criticamente, possono ugualmente seguire gli insegnamenti cristiani». 

La tecnocrazia dei media e la società schiumosa

Il prelato poi ha messo in guardia dalla tecnocrazia imperante «che sguazza – ha detto Staglianò – in questo sistema di isolamento e solitudine diffuso nel mondo. La società non è più semplicemente liquida, ma è schiumosa. Il liquido può anche essere trasparente, ma nella schiuma non vedi più nulla. Stiamo creando una società che non vede il prossimo, con individui sempre più soli che rispondono alle logiche dei mercati globali: più si è soli, più si compra, più si spende. Così si scivola verso la barbarie». La Santa rabbia di Dio il tema del dibattito, ancorato al termine dialettale raggia attorno al quale, secondo la tradizionale formula del festival castiglionese, si sviluppa l’edizione 2024 della manifestazione. L'iniziativa è inoltre accompagnata dalla esposizione artistica Donne In Mostra, allestita al Frantoio dei Saperi ed aperta al pubblico fino al 22 settembre.