Nel centro di Cicala un’iniziativa promossa dal network LaC per celebrare le festività insieme agli ospiti, alle famiglie e a chi ha voluto contribuire a costruire questo piccolo miracolo. Ridare normalità a chi rischia di essere dimenticato è possibile
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Nel piccolo comune di Cicala, nel cuore della Calabria, esiste un luogo straordinario che sfida il concetto stesso di assistenza sanitaria: Casa Paese. Non è una semplice struttura per persone affette da Alzheimer o demenze neurodegenerative, ma un intero mondo ricostruito su misura per chi ha bisogno di ritrovare sé stesso nella quotidianità.
Fondata da Elena Sodano, Casa Paese ha un obiettivo chiaro: restituire normalità, dignità e senso di appartenenza a chi spesso viene dimenticato dalla società. Qui, dove la malattia sembra togliere tutto, si assiste ogni giorno, come dice la stessa fondatrice, “al miracolo della rinascita”. Un concetto che prende forma in ogni angolo della casa: non ci sono stanze fredde o anonime, ma luoghi familiari, riconoscibili, carichi di memoria emotiva.
Tra cinema e trattoria a Casa Paese gli ospiti si sentono liberi
Passeggiando tra le sue mura, si può prendere un caffè all’Antico Bar Italia, spedire una lettera all’ufficio postale, acquistare frutta fresca alla Bottega di Leonetto, fermarsi per una preghiera nella cappella, guardare un vecchio film nel Cinema Ettore Scola o gustare un piatto tipico alla trattoria Totò e Peppino. Ogni ambiente rievoca frammenti di vita vissuta, aiutando gli ospiti a sentirsi liberi, autonomi e parte di una comunità vera, non relegati ai margini.
Un esempio concreto di come si possa curare anche senza farmaci, usando la relazione, l’ambiente e l’affetto come strumenti terapeutici. Un approccio innovativo e profondamente umano, che si nutre anche della partecipazione di chi ci crede: famiglie, imprenditori, associazioni, aziende e cittadini che, grazie a una rete di crowdfunding, hanno contribuito a costruire questo piccolo miracolo sociale.
L’iniziativa del network LaC: un momento di festa a Casa Paese
La vita a Casa Paese è fatta anche di momenti di festa, come quello trascorso sabato 19 aprile: un’intera giornata per celebrare la Pasqua insieme agli ospiti, alle famiglie e a chi ha voluto donare “il proprio tempo”, il regalo più prezioso.
L’evento promosso dal network LaC è stato un grande successo: hanno partecipato tutti i pazienti di Casa Paese con i rispettivi familiari. La giornata è stata resa ancora più speciale dalla presenza della squadra di pallavolo di Pizzo, che ha generosamente offerto le uova di Pasqua a tutti i presenti. Tra gli ospiti d’onore, anche l’editore del network LaC Domenico Maduli e il direttore editoriale Maria Grazia Falduto, da sempre sostenitori della struttura e della sua visione innovativa di cura.
«Presenza, vicinanza, amore concreto. È attesa, è speranza, è promessa», dice Elena Sodano in delle parole che racchiudono perfettamente lo spirito della struttura.
Un’esperienza da replicare: Casa Paese non è un’utopia
Eppure, esperienze come questa restano purtroppo rare. La visione che anima Casa Paese dovrebbe essere replicata, diffusa, sostenuta a livello nazionale. In un Paese che invecchia, dove le malattie neurodegenerative sono in forte aumento, sarebbe
doveroso avere più Case Paese, più luoghi dove l’assistenza diventa relazione e la cura si intreccia con il rispetto e la dignità.
Ma l’assenza dello Stato e delle istituzioni è evidente. La burocrazia frena, i fondi scarseggiano, l’attenzione politica è altrove. E così, quello che dovrebbe essere un modello si trasforma in un’eccezione. Un faro che rischia di rimanere acceso solo grazie all’impegno di pochi visionari.
Casa Paese non è un’utopia ma una realtà viva che funziona. Ora spetta a tutti noi cittadini, istituzioni, comunità scegliere se restare a guardare o rimboccarci le maniche e costruire altri luoghi dove anche chi ha perso la memoria possa continuare a sentirsi a casa.