Gli studenti fuorisede alle prossime elezioni europee dell’8 e 9 giugno non dovranno necessariamente fare ritorno nel proprio comune di residenza per votare, ma potranno farlo nel luogo in cui vivono. Lo prevede un emendamento al dl Elezioni, proposto da Fratelli d’Italia e approvato all’unanimità in Commissione Affari istituzionali del Senato. Una vera e propria rivoluzione, dopo anni di battaglie da parte di associazioni e semplici cittadini. Un provvedimento che interessa da vicino anche la Calabria e i calabresi, considerando i tanti emigrati sparsi nel resto d’Italia. Ci sono però dei “ma”. A partire dal fatto che la misura è valida solo per le Europee e non per le Amministrative che contestualmente interesseranno circa 3700 Comuni italiani. Dunque, lo studente originario di uno di questi territori e che vorrà votare anche per il sindaco e il Consiglio comunale dovrà comunque tornare a casa. Inoltre, il provvedimento vale solo per gli studenti e non, ad esempio, per quei lavoratori che pur vivendo fuori continuano a mantenere un filo diretto con la propria terra lasciandovi la residenza.

Gli studenti festeggiano

Se da un lato dunque gli universitari fuorisede festeggiano, chi è rimasto escluso dai benefici dell’emendamento invece invoca un’estensione anche a proprio favore. «Vivo da diversi anni lontano dalla mia città natale e l’idea di non poter partecipare attivamente alle elezioni mi provocava un senso di privazione», ci dice Paolo, studente calabrese a Roma che vede l’emendamento come «una piccola conquista» per poter avere «la possibilità di dar voce a un mio diritto». Votare nella città in cui si studia significa risparmiare in termini di denaro e anche di tempo, evitando tra l’altro spostamenti in un periodo che per molti universitari è sinonimo di sessione d’esami. «Studiare significa impegnarsi per costruire un domani migliore e ciò avviene anche esprimendo i propri ideali e il proprio voto», chiosa Paolo.

I lavoratori sperano

Amaro in bocca invece per i lavoratori calabresi fuorisede. «Mi sembra abbastanza anacronistico nel 2024, in un mondo così smart, che io debba essere nel mio luogo di residenza per votare», afferma Maria Giovanna, insegnante calabrese in Veneto. «È vero che io posso scendere giù per votare ma rispetto a chi vive lì ho molte spese in più di viaggio senza parlare della scomodità di chiedere permessi, giorni o solo semplicemente di fare un salto in Calabria per due giorni». Non ci sono le condizioni, secondo lei, per esercitare concretamente questo importante diritto. Non per tutti. «E questo incide sicuramente sull’astensionismo». Dello stesso parere Domenico, altro lavoratore fuorisede calabrese che vive nel Lazio: «Questo emendamento è sicuramente un importante passo in avanti, ma va esteso anche a noi che siamo lontani dalla nostra terra per lavoro e non solo per le Europee».

Le reazioni politiche

Da parte sua, Fdi ha definito il provvedimento «una soluzione sperimentale», lasciando dunque aperta la porta ad una applicazione più vasta. Direzione a cui guardano anche gli altri partiti, compresa l’opposizione che sul tema aveva presentato un disegno di legge di cui è ancora in corso l’esame. Per il Pd l’emendamento ora approvato è un «risultato senz’altro positivo ma ancora parziale: ci batteremo, in Aula e fuori, perché sia esteso anche alle elezioni politiche. E insisteremo perché possano votare anche i lavoratori fuori sede e chi abbia problemi sanitari. Non è concepibile che si continuino a escludere intere categorie dal diritto di voto». Per Baldino (M5s), «una buona notizia ma monca. Si può fare di più».

Come funzionerà per gli studenti

Ma intanto, come funzionerà il voto fuorisede per gli studenti? Si dovrà innanzitutto presentare domanda al proprio Comune di residenza, almeno 35 giorni prima del voto, allegando una copia della carta d'identità, della tessera elettorale e un certificato di iscrizione all'università. Dopo una “interlocuzione” tra il Comune di residenza e quello di domicilio, quest’ultimo rilascia un'attestazione di ammissione al voto con l'indicazione del numero e dell'indirizzo della sezione presso cui votare. Per quanto riguarda il luogo in cui recarsi per accedere alle urne, l’emendamento prevede due diverse possibilità: se lo studente fuorisede si trova in un comune diverso dal suo ma nella stessa circoscrizione elettorale (per esempio un ragazzo calabrese che studia in Campania o in Puglia), potrà votare in quel comune. Se invece vive in un comune che si trova in un’altra circoscrizione, dovrà andare a votare nel comune capoluogo di regione (ad esempio un calabrese che studia a Pavia dovrà recarsi a Milano).