Anni fa ha fondato un'impresa e gestisce 36 ettari in mezzo al mare per studio e sviluppo nel campo delle biotecnologie: «Qui grandi potenzialità non sfruttate»
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Schiavonea di Corigliano-Rossano. Fa caldissimo, il mare è uno spettacolo. Incontro Arturo, un "contadino del mare", ma prima di tutto un gran curioso alla continua ricerca delle bellezze e dei misteri del mare.
«Amo capire i meccanismi e lasciare ai posteri, che saranno "gnorant" e superficiali, indicazioni importanti. Abbiamo ereditato una natura che purtroppo stiamo molto maltrattando». Arturo Bianco non è stato certamente un ragazzino tranquillo. Dopo 5 generazioni di pescatori, lui cercava altro, di più. Un irrequieto che non si accontentava mai. «Sono stato un coraggioso forse un pioniere. Sì, perché per fare alcune cose ci vuole coraggio, in generale nella vita. Volevo scoprire come gli animali marini fossero in sinergia ed armonia tra loro. Anche se ci sono crudeltà dettate dai cicli della sopravvivenza e della garanzia della specie».
Nell’88 fonda a Corigliano ‘Aprimar srl’, un’impresa di ricerca e sviluppo nel campo delle biotecnologie, delle scienze naturali e dell'ingegneria. «Nel 1998 dopo il rientro a casa, operavo ed ero assunto alla Dompè Farmaceutici dell'Aquila, ritornai in Calabria per stare vicino a mio padre che si era ammalato. La ricerca è il motore dei cicli naturali, capire come si hanno determinati processi permette di trovare diverse soluzione nei diversi settori. Noi abbiamo dedicato una vita al mare e ai suoi abitanti».
In mezzo al mare Arturo gestisce 36 ettari per ricerca, studio, allevamento. È qualcosa di molto importante ma pochi lo sanno. «Sì, 36 ettari proprio in mezzo al mare… da predare. Sì perché in 25 anni di ostacolo alla pesca a strascico è divenuto un’oasi di ripopolamento naturale. Come l'Homo sapiens insapiens è abituato a fare, senza alcun rispetto per il mare. Noi siamo l'esempio della coltura e cultura del mare. Oltre agli studi e ricerche che ogni anno facciamo con la collaborazione di diverse università italiane e straniere, abbiamo il primo impianto di Maricoltura Biologico d'Italia, già attivo fin dal 2005, mentre il regolamento CE per il biologico- il n. 710 del 2009- venne recepito in Italia nel 2010. Siamo stati molto avanti, ma "Nemo profeta in patria". Pochi lo sanno, ma molti ci predano abusivamente, poiché la vigente ordinanza è completamente ignorata colpa anche dei mancati controlli».
Aprimar sta sperimentando nuove gabbie per lo sviluppo di pesci piatti. «Ho sviluppato e messo a punto nel 2010 una speciale gabbia di fondo per le produzioni di pesci piatti. Una gabbia particolare che segue la temperatura dell'acqua in funzione dell'optimun di temperatura dell'animale in allevamento. Se ad esempio abbiamo il rombo chiodato in allevamento, la gabbia segue la temperatura prediletta dell'animale, proprio per permettergli di mantenere il suo benessere».
Nel frattempo è arrivata una richiesta di aiuto anche per combattere il granchio blu. «Sì, alla fiera di Barcellona del 22-25 aprile, noi di Aprimar abbiamo rappresentato la Calabria e l'Italia nel mondo. Il ministro dell’Agricoltura, Lollobrigida, ci ha chiesto se questo modulo potrebbe essere utilizzato per la cattura del granchio blu e noi abbiamo rimarcato anche la possibilità di effettuare l'allevamento delle vongole veraci circoscritto dal modulo che può avere dimensioni diverse».
Le università hanno chiesto collaborazione all’Aprimar. «Noi da sempre collaboriamo con diverse università italiane ed estere. Ricordo un particolare: nel 2008 ci chiamarono a Vibo Marina come parte tecnica per la fecondazione del tonno rosso in cattività. Processo che è positivamente riuscito ottenendo 72 miliardi di uova».
Arturo vive del mare e per il mare. «Il mare, la mia casa. Vorrei fare scoprire com'è bello capire che si è vivi! Sí, noi non ci accorgiamo sulla terra ferma che respiriamo. Nell'acqua non è una cosa automatica e naturale. È innaturale respirare sott'acqua poiché il nostro organismo è stato creato per vivere nell'aria. È lì che ci accorgiamo che siamo vivi, perché dobbiamo respirare dalla bocca attraverso speciali attrezzature. Sto progettando la chiusura di una specifica area della gabbia per permettere la permanenza di una esperienza per 24-48 ore sempre sott'acqua».
La Calabria è una terra meravigliosa, dove si respira in ogni angolo profumo di mare, e la storia che viene dal mare. «La Calabria è la culla della cultura, poiché la cultura viene dal mare. Ma poi sfortunatamente ha lasciato il mare per spostarsi più verso nord. Una regione meravigliosa dove si fanno gli interessi di pochi singoli a scapito del benessere di tutti.. Il sistema è marcio, ma alla gente sta bene. E quindi ...! È una regione con grandi potenzialità, ma sottosfruttata, anche per la cecità di molti signorotti».
Arturo ha un sogno: l’università del mare! «L'università del mare applicativa. Si ci credo. Il sistema è baronale. La dovrò fare privata, magari coinvolgendo un’università straniera. Qui non c'è spazio per coloro che vogliono apportare cose nuove. Speriamo bene. Noi abbiamo tutto ciò che c’è bisogno, aule di formazione, laboratori attrezzati ed il mare con le nostre attrezzature ed imbarcazioni».
A Schiavonea si sfiorano i 38º. Il mare luccica come in Caruso di Dalla. Arturo l’irrequieto ci congeda ma pretende un impegno: «Prossima volta prepariamo un bel piatto di spaghetti tamarri in mezzo al mare».
Come si fa a non accettare?