Proseguono le ricerche dell'ultimo ragazzo disperso nelle acque del fiume Natisone, in Friuli Venezia Giulia, dopo la piena dello scorso 31 maggio. Impegnati sul posto 60 vigili del fuoco, tra specialisti sommozzatori, soccorritori fluviali, team speleo, cinofili, dronisti ed elicotteristi. Diminuito rispetto a ieri il livello del corso d'acqua, condizione che potrebbe facilitare le ricerche.

L'altro ieri sono stati trovati i corpi delle altre due ragazze, Patrizia Cormos, 20 anni, al secondo anno dell’Accademia di Belle Arti di Udine, e Bianca Doros, 23 anni, arrivata pochi giorni fa dalla Romania per far visita ai genitori. All'appello manca Cristian Casian Molnar, 25 anni, originario della Romania e residente in Austria. I tre sono stati travolti dal fiume mentre si trovavano su una spiaggetta adiacente. 

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Aperta un'inchiesta

Intanto la Procura di Udine ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo contro ignoti. «Condurremo tutti gli accertamenti del caso, per verificare se i soccorsi sono stati tempestivi. Mi preme, però, segnalare che, allo stato attuale, non ci sono elementi specifici che ci fanno andare in questa direzione, ma le verifiche sono in fase iniziale», ha detto il procuratore Massimo Lia in conferenza stampa.

«Patrizia ha fatto quattro telefonate al numero unico di emergenza 112, l'ultima delle quali senza risposta», ha reso noto il procuratore. «La prima chiamata è delle 13.29, le altre nei minuti immediatamente successivi - ha precisato - Dai primi accertamenti, tutto si è svolto in un arco temporale che si può quantificare grossolanamente in mezz'ora. Da una situazione di apparente tranquillità, quel tumultuoso scorrere del fiume Natisone che poi li ha travolti».

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La mamma di una delle vittime: «Hanno fatto video ma non li hanno salvati»

«Ciò che più mi addolora è che tutti hanno fatto foto e video e nessuno li ha salvati. Nessuno. Potevano forse salvarli. Non era importante fare i video. Lei era andata a fare una passeggiata, ha chiamato più volte il 112. Ha lasciato il suo nome, l'indirizzo. Ha detto "Chiamate mia mamma"». È lo sfogo, fatto al Messaggero Veneto, della mamma di Patrizia Cormos. «Era un angelo - ha aggiunto la donna - studiava tanto e lavorava per mantenersi. Dopo l'esame all'Accademia, sostenuto proprio venerdì mattina, mi ha chiamata e mi ha detto "sono stata bravissima, ho saputo tutto"». 

A Udine la camera ardente per le due ragazze

Intanto si è aperta oggi nella Casa Funeraria Mansutti al cimitero urbano di San Vito a Udine la camera ardente per Bianca Doros e Patrizia Cormos. Giunti i familiari delle due giovani, entrambe di origine romena, che sono stati accolti dal prefetto e dal questore di Udine e dai comandanti provinciali dei carabinieri e della Guardia di finanza. Le due ragazze sono state vestite da sposa secondo la tradizione del loro Paese di origine. Tanti cittadini si sono già recati in visita alla camera ardente dove le giovani rimarranno fino a domani alle 16 quando sarà celebrato un momento di preghiera da due sacerdoti, uno ortodosso e uno cattolico. Atteso anche l'arrivo del sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni per un saluto.