Nel pomeriggio di ieri, nella sala consiliare del comune di Paola, si è tenuta la riunione indetta dal comitato popolare Santomarco, avente a tema i cambiamenti progettuali da apportare al tracciato per l’alta velocità ferroviaria deliberato da Rfi e Italferr.

Alla presenza dell’amministrazione guidata da Giovanni Politano, per l’occasione  affiancato da assessori e consiglieri di maggioranza e minoranza, nonché dai sindaci Giacomo Middea di Fuscaldo e Cosimo De Tommaso di San Lucido, gli organizzatori dell’incontro hanno presentato le loro idee alternative, figlie di un puntiglioso studio che ha messo in luce diversi aspetti critici dell’iter tuttora in corso (tant’è che oggi stesso Rfi ha effettuato sondaggi in località Pantani, sul sito dove insisteranno i lavori).

In buona sostanza, secondo quanto esposto dall’ex ferroviere Vittorio Crocicchio e dall’architetto Angelo Siciliano del comitato, esiste la possibilità che l’alta velocità ferroviaria resti lungo i binari che sinora hanno caratterizzato i collegamenti con l’intera nazione, vale a dire la dorsale affacciata sul Tirreno che, con i giusti accorgimenti, sarebbe in condizione di far transitare i convogli di nuova generazione.

«Anche per ciò che riguarda il collegamento tra la costa e l’entroterra – hanno puntualizzato nel corso della loro relazione – non è necessario operare nel verso di un nuovo doppio traforo della montagna. C’è la galleria sul versante sanlucidano che potrebbe tranquillamente fungere da innesto per i treni ad alta velocità, collocata in un punto dove far intersecare il binario è molto più agevole, sia per quanto concerne il raggio di curvatura, sia per ciò che riguarda i terreni da espropriare, che solo in un caso estremo potrebbero riguardare due case».

Malgrado la solidità delle argomentazioni, la platea non è parsa convinta sul da farsi, con gli altri comitati e l’intera commissione comunale divisi sulla visione proposta dal Santomarco. A far da collante tra le parti, al momento, resta solo l’urgenza di procedere in un verso che non penalizzi eccessivamente il territorio, principalmente dal punto di vista paesaggistico/ambientale, ma anche per ciò che riguarda i rischi per la salute (l’architetto Siciliano ha fatto cenno alla presenza di pietre “verdi” da analizzare) e le problematiche legate al traffico cittadino che, con i mezzi pesanti da impiegare nell’opera vagliata da Rfi e Italferr, potrebbe trovarsi a fare i conti con una quantità eccessiva di mastodonti polverosi lungo i principali assi viari.

Di certo una situazione non facile, che le diverse collocazioni politiche dei protagonisti in ballo (alcuni dei quali con esperienze amministrative nel periodo in cui era più opportuno fare qualcosa), non aiutano a sbrogliare, facendo perdere tempo e terreno su un campo dove invece Rfi ed Italferr corrono veloce. Come treni.