Da ieri consentito l'uso del prezioso liquido per alcuni scopi, ma restano importanti divieti. Tra chi ha bimbi piccoli e chi anziani allettati, tanti i disagi. E alcuni cittadini annunciano una protesta davanti al municipio
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Oltre dieci giorni senza acqua potabile in casa, dopo che un'ordinanza del sindaco ne aveva vietato l'utilizzo essendo stata registrata la presenza di batteri coliformi ed escherichia coli. Ieri una parziale revoca del provvedimento che però lascia ancora la bocca amara ai cittadini vibonesi, i quali potranno usare l'acqua per l’igiene della persona, lavaggio stoviglie o utensili da cucina, lavaggio apparecchiature sanitarie, per la pulizia della casa e per il funzionamento degli impianti sanitari. Resta vietato l'utilizzo per uso alimentare, igiene orale, lavaggio oggetti per l’infanzia (biberon, contenitori pappe ecc. ), lavaggio e preparazione degli alimenti.
«Bollette belle care ma l'acqua non la possiamo usare», dice arrabbiata una signora. Tra chi ha bambini piccoli e chi anziani allettati in casa, i disagi sono tanti. E la revoca parziale dell'ordinanza ora rischia di mandare in confusione i cittadini. «Noi non abbiamo mai bevuto l’acqua che sgorga dai rubinetti di Vibo Valentia», spiega una donna. «Non esiste il parziale quando si tratta di un bene primario come l’acqua», l’affondo del consigliere comunale Stefano Luciano che parla di «solite contraddizioni dell’amministrazione Limardo, poco chiara nei riguardi dei cittadini». A tal proposito il referente di Azione in consiglio comunale, annuncia di avere «presentato un ordine del giorno importante che il Consiglio comunale discuterà a breve. Un ordine del giorno sulla questione acqua – spiega – al fine di chiedere chiarezza e informazioni certe poichè staimo parlando di un bene essenziale da cui dipende la qualità della vita di tutti i cittadini», conclude.
Intanto un gruppo di cittadini vibonesi preoccupati dall’emergenza sanitaria in corso, annuncia attraverso una lettera inviata al sindaco Maria Limardo, un sit in di protesta lunedì mattina davanti a Palazzo Luigi Razza. I firmatari della missiva chiedono un incontro con il primo cittadino al fine di avere maggiori chiarimenti sulla situazione dell’acqua.