VIDEO | Passare troppe ore al cellulare, soprattutto in età adolescenziale, può portare a disturbi che, in alcuni casi, sfociano in vere e proprie patologie. Educatori ed esperti hanno spiegato come agire ai primi campanelli d'allarme
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Nel secondo incontro previsto dal progetto “Distruzioni o distrazioni… illusioni nell'era 4.0!” della pro loco di Santa Maria del Cedro, si è parlato de “Il lato oscuro di internet e social network”. L'evento, moderato dalla giornalista Pierina Ferraguto, si è svolto nelle stanze della casa comunale Laos, nella frazione di Marcellina. Oltre alla presidente della pro loco, Franca Mancuso, hanno preso parte al dibattito: Fabio Ferraro, ispettore della Polizia postale di Cosenza, Maria Francesca Papa, psicologa e psicoterapeuta, e Angelo Serio, presidente del Punto Luce di Scalea.
Il triste fenomeno illustrato dalla psicologa
«I ragazzi, al giorno d'oggi, utilizzano sempre di più gli smartphone, che sono diventati i nuovi computer - ha detto a LaC News 24 la psicologa Maria Francesca Papa -. I pericoli sono soprattutto una minore attenzione, una minore concentrazione. Si tende anche a essere confusi, si può assistere anche ad episodi dissociativi. I ragazzi possono passare tante ore al cellulare e di conseguenza si può sfociare in disagi molto grandi, in patologie».
Una delle più note è quella che si manifesta con il fenomeno dell'Hikikomori. «I giovani si chiudono nelle loro stanze in maniera consapevole e volontaria per evitare le pressioni che spesso vengono dalla famiglia e dalla società, che ci vuole sempre più prestanti, sempre più attenti all'aspetto fisico. Non riescono a sopperire a questi standard e decidono di isolarsi in maniera consapevole». Poi c'è anche il fenomeno della nomofobia, sempre più dilagante. «Con la sindrome della disconnessione - continua la psicologa - i ragazzi che non sono connessi, quindi se dimenticano il cellulare o perdono il campo, vanno in crisi. Sentono il bisogno di stare con il cellulare 24 ore su 24 arrivando a mettere in atto atteggiamenti anche compulsivi, che portano appunto a isolarsi anche in questo caso».
Ma la soluzione c'è
«Quello che è venuto fuori dall'incontro di questa sera - ha dichiarato Angelo Serio - è che serve un'alleanza tra agenzie educative e le scuole. Innanzitutto, i genitori devono essere un tassello importantissimo, ma anche istituzioni come la Polizia postale, che sicuramente può fare prevenzione e repressione. L'alleanza più importante è quella con i genitori, perché in famiglia si può intervenire prima che il disagio diventi patologia, prima che i pericoli diventino reali tranelli in cui si cade - ha poi concluso -, prima che le discriminazioni diventino isolamento».