Tra le centinaia di vittime che il Covid ha fatto anche a Reggio Calabria ci sono anche tanti lavoratori. Vittime di una gestione che li ha portati alla povertà. Sono oltre il 30% in più i reggini, nuovi poveri, che a causa della pandemia sono stati costretti a chiedere aiuto per poter sopravvivere. Tante le iniziative solidali, i buoni spesa, e gli sporadici aiuti economici ma non basta. Sono tante le famiglie che, avendo perso il lavoro o avendo chiuso le attività, adesso, dopo oltre un anno, hanno iniziato a rivolgersi alle associazioni per poter mangiare.

I dati del Banco Alimentare

«Abbiamo riscontrato un aumento di oltre il 30% di richieste sia da parte di singole persone che da interi nuclei familiari – conferma Giuseppe Bognoni responsabile provinciale del Banco Alimentare Calabria – a causa della pandemia hanno visto emergere nuove difficoltà. Tra queste ci sono persone che prima non avevano necessità di rivolgersi a noi. Persone che magari lavoravano saltuariamente ma riuscivano comunque a vivere. Ma ci sono anche tante persone che vivevano con le loro attività commerciali e con le chiusure molti hanno fallito e adesso si rivolgono a noi per poter mangiare».

Numeri in aumento

È drammatico il quadro che emerge dalle stime del Banco Alimentare di Reggio Calabria. La pandemia continua ad aggravare la condizione economica di tante famiglie e i nuovi poveri aumentano di mese in mese. Il dato non si arresta e gli aiuti governativi non sembrano riuscire ad impattare le gravi perdite.

«Noi fino a due anni fa aiutavamo oltre 44mila persone. Dal 2020 in poi il dato è in continua crescita, ad oggi sono oltre 20mila in più ma le richieste che ci arrivano dalle tante associazioni presenti sul territorio che ci mandano gli elenchi, aumenta senza sosta. Noi stiamo cercando di aiutare tutti senza lasciare indietro nessuno e lo facciamo sia attraverso il recupero delle eccedenze alimentari (attività che svolgiamo a livello istituzionale), sia attraverso la collaborazione con altre associazioni e con i commercianti che ci consentono di andare incontro all’indigenza e ai bisogni di tutti». 

L'appello a istituzioni e commercianti

I numeri, come abbiamo potuto constatare, sono preoccupanti ed è per dare risposte concrete a tutte le richieste senza lasciare indietro nessuno che il Banco Alimentare chiede un sostegno alle amministrazione e ai commercianti. In un periodo di profonda emergenza una realtà come questa che riesca ad intercettare i bisogni di quasi 70mila reggini in difficoltà, ad esempio, è costretta anche a pagare l’affitto del capannone in cui raccolgono e smistano i pacchi per le famiglie.

«Ogni mese ci arrivano elenchi nuovi e non sappiamo fino a quando riusciremo a garantire gli aiuti per tutti – ci confessa il responsabile del Banco Alimentare – perché la situazione sta continuando a peggiorare e non migliorare per questo ci appelliamo alle amministrazioni locali che potrebbero aiutarci anche a fare meglio e fare di più anche attraverso queste strutture caritative convenzionate. Ma l’appello lo rivolgiamo anche a tutta la grande distribuzione e a tutte le attività commerciali che possono in qualsiasi momento donarci le eccedenze alimentare per venire incontro a un bisogno crescente».