Davanti al Palazzo di Governo più rappresentativo della regione il comitato catanzarese No Autonomia Differenziata ha attivato il presidio di dissenso aperto in tutte le maggiori città italiane ed anche in qualche capitale estera. Mentre alla Camera dei deputati si discuteva il "famigerato" disegno di legge firmato dal ministro Calderoli amministratori, associazioni e semplici cittadini hanno confermato le più serie preoccupazioni sulle conseguenze dell'Autonomia differenziata.

«Ci saranno conseguenze negative nel settore della sanità, nel settore del lavoro, nel settore dell'istruzione, dei beni culturali, della protezione civile - ha detto la referente cittadina Daniela Palaia, consigliera comunale di maggioranza - e potrei continuare ancora a lungo. Purtroppo questa legge che definiamo spacca Italia o come molto acutamente è stata definita dal professore Viesti una "secessione di ricchi" determinerà e acuirà moltissimo le disuguaglianze sociali».

Ma quali sono le armi procedurali e anche democratiche e dialettiche per eventualmente farvi fronte? «Intanto - aggiunge l'esponente dell'amministrazione Fiorita, presente assieme a vari altri esponenti della giunta - devo dire che questa legge, qualora dovesse passare, verrà aggredita nel merito e nella forma da tutti i più importanti costituzionalisti d'Italia, che sono stati già auditi nella commissione competente e si sono già pronunciati per indicare tutti i profili di costituzionalità del ddl Calderoli». 

Definita quanto meno impropria e irregolare la votazione ripetuta in commissione Affari costituzionali su alcuni emendamenti che hanno fatto andare sotto i partiti di governo. «Preciso che il ddl ha avuto circa 2.400 emendamenti. Questo è un segno della fretta con cui i parlamentari di questo governo cercheranno di discutere accelerare il passaggio della legge ma anche proprio della anomalia che vizia tutto l'iter di questa legge spacca-Italia. L'Autonomia di cui parlano infatti - continua l'esponente del comitato - è fondata su regionalismo che non è il regionalismo solidale che invece è auspicato nella nostra Costituzione ma il regionalismo che si basa sulla competizione sulle logiche del mercato e quindi chiaramente il Sud e le aree interne verranno fortemente penalizzate».