L'iniziativa è stata inaugurata oggi da Legambiente, in collaborazione con l'Ente di cinofilia italiana. Si tratta di un unicum in tutta Europa. Gli amici a quattro zampe si occuperanno di individuare le uova, che a volte sono sepolte fino a un metro di profondità sotto la sabbia
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A partire da questa estate i litorali italiani vedranno la presenza dei "tartadogs", i cani per la ricerca dei nidi di tartaruga marina: si tratta di un'innovativa forma di collaborazione tra esseri umani e animali per lavorare insieme alla salvaguardia della biodiversità che Legambiente inaugura oggi 16 giugno, Giornata mondiale delle tartarughe marine. Da fine giugno in Toscana, Lazio, Campania, Puglia e Calabria, le unità cinofile, ognuna composta da un conduttore e un cane appositamente addestrato, affiancheranno il personale esperto, autorizzato dal ministero dell'Ambiente, pronto a intervenire una volta individuato il nido, alla sua messa in sicurezza.
Nello specifico l'attività dei tartadogs è quella di velocizzare e ottimizzare l'individuazione dei nidi, laddove non siano presenti altri elementi esterni che ne permettano il riconoscimento a livello visivo, così da localizzare le uova che necessitano di protezione o ricollocazione. Infatti, le uova possono essere sepolte fino a un metro di profondità sotto la sabbia: un ostacolo anche per il più vigile occhio umano, ma un fatto che non rappresenta nessun ostacolo per il formidabile fiuto dei cani.
L'attività - spiega l'associazione - si colloca nell'ambito dal progetto Life Turtlenest, cofinanziato dal programma LIFE dell'Unione europea, coordinato da Legambiente, e che vede coinvolto in prima linea l'Enci - Ente Nazionale Cinofilia Italiana, partner di progetto. L'attività, basata su linee guida create proprio da Legambiente ed Enci, è un vero e proprio unicum a livello europeo, che vede un precedente soltanto in un singolo esperimento svolto negli Stati Uniti, in Florida, con un unico cane addestrato, come testimonia un articolo pubblicato sulla rivista scientifca "Plos One".
L'assoluta novità italiana sta nel fatto che la squadra di tartadogs è composta da quattro cani, accompagnati da relativi conduttori, preventivamente selezionati e che hanno svolto per diversi mesi un addestramento specifico e regolare. «Anni di proficua collaborazione tra Legambiente ed Enci sono oggi pienamente valorizzati nel progetto LIFE Turtlenest e i primi quattro Tartadogs ne sono segno tangibile - dichiara Nino Morabito, responsabile nazionale fauna e benessere animale di Legambiente - L'aver messo al centro il benessere animale unitamente all'approccio scientifico e al rigore di progress test per la validazione del percorso formativo impostato sono la migliore base per progetti innovativi a tutela di animali, persone, salute e ambiente».
Si tratta di quattro unità (formate da un tartadog con conduttore) di tre razze diverse: due labrador (un maschio e una femmina), un Pastore Olandese e uno Springer Spaniel. Tutti i cani hanno, come i loro conduttori (due donne e due uomini), età ed esperienze differenti, ma pur nella diversità, il percorso formativo effettuato porterà le unità a poter restituire risultati e prestazioni omogenei. Ovviamente, l'attività prevede che il benessere dei tartadogs venga garantito. Infatti, le unità cinofile lavoreranno solo nelle primissime ore del giorno, quando le temperature sono ancora miti e adeguate alla ricerca. Inoltre, le modalità di attività sono tutte basate sul gioco tra conduttore e cane.
Durante la stagione, Legambiente ed Enci osserveranno le squadre in azione raccogliendo dati e informazioni, per poi confermare o eventualmente modificare le linee guida del protocollo, proprio secondo il percorso più corretto dell'approccio scientifico. Da questa sperimentazione, verrà prodotta poi una pubblicazione dedicata alla formazione delle unità cinofile nella detection dei nidi di tartaruga marina. Inoltre, a partire da questo lavoro, Enci, insieme a Legambiente ed Ispra, darà vita alla prima scuola europea per le unità cinofile da conservazione, che partirà dal prossimo autunno. «Siamo orgogliosi dei risultati ottenuti che nascono dall'aver sempre a cuore e cura dei nostri amici a quattro zampe, del prezioso lavoro dei loro allevatori e addestratori, dei bisogni dei cittadini e della difesa dell'ambiente - commenta Dino Muto, presidente Enci - Oggi le molteplici professionalità, competenze e alleanze, come quella consolidata con Legambiente, consentono ad Enci di essere partner e portare con successo la cinofilia italiana nelle più innovative progettualità ed esperienze a livello mondiale».