È giunta all’attenzione delle associazioni presenti nel territorio provinciale di Vibo Valentia, un’ordinanza del Sindaco di Zungri, Francesco Galati, avente oggetto: regolamentazione dell’accesso ai cani nei giardini, piazze e aree verdi comunali. Nell’ordinanza in questione, il sindaco vieta “di condurre cani di qualsiasi razza e taglia” nelle ville e nelle piazze del paese, poiché afferma di aver preso atto degli “inconvenienti igienico-sanitari dovuti alla accertata e frequente presenza di deiezioni canine”, e ritiene “necessario prevenire la diffusione di malattie” e ritiene, addirittura, che vietare l’accesso sia “rimedio efficace”.

 

Un atto che ha suscitato lo sdegno degli animalisti, in particolare dell’Enpa di Pizzo, del Movimento Animalista delegazione provinciale di Vibo Valentia e l’Associazione Argo Onlus che, peraltro, si riservano di procedere nelle sedi opportune, qualora l’ordinanza non venga annullata e/o modificata. «Nessuna delle leggi, dei decreti, o degli articoli del Tuel, che il sindaco cita in premessa - sostengono -, prevede una cosa tale, ma non solo! Diversi comuni nel corso degli anni hanno emanato ordinanze simili, e tutte sono state annullate dal Tar. I giudici amministrativi hanno, finora, confermato un orientamento costante a ritenere illegittime le ordinanze comunali che dispongono il divieto d’ingresso dei cani nei parchi pubblici e nelle altre aree destinate a verde pubblico. Questo divieto è, infatti, ritenuto creare un limite eccessivo alla libertà di circolazione delle persone, sproporzionato rispetto al pur condivisibile intento di tutelare i cittadini e mantenere il decoro e l’igiene pubblica. Secondo i giudici, basterebbero un miglioramento dei controlli e l’applicazione di sanzioni a carico dei proprietari o detentori dei cani, qualora non rispettino l’obbligo di custodirli e non rimuovano le eventuali deiezioni».

 

Citando numerosi pronunciamenti del Tar in materia, le associazioni aggiungono: «Non era forse più civile e umano semplicemente incrementare i controlli e le sanzioni per chi non raccoglie le deiezioni canine, non porta il proprio cane al guinzaglio e non inserisce microchip?! In un territorio come il nostro, poi, ad alto tasso di randagismo, maltrattamenti e abbandoni, non è forse meglio educare la cittadinanza piuttosto che partorire divieti inutili e per giunta illegittimi? Senza dimenticare che i randagi non sanno, ahimè, leggere e quindi continueranno ad affollare le piazze e le aree verdi del paese... o forse pensiamo di “risolvere il problema” in altri modi?».

 

Gli animalisti menzionano poi un fatto cruento. «Ricordiamo bene cosa successe al piccolo Billy proprio a Zungri, notizia che fece il giro dell’Italia, un povero cane accudito da molti cittadini che venne percosso, impiccato e infilzato da qualcuno che di umano ha ben poco; a quel cane avete intitolato un parco giochi per bambini, ed oggi in onore di Billy e di ciò che rappresenta negate anche solo il diritto dei cani di passeggiare per le piazze e le aree pubbliche del paese? Non è questo un controsenso? Riteniamo quindi che negare l’accesso ai cani e, di conseguenza ai suoi cittadini, nelle aree pubbliche del paese non sia un “rimedio efficace”, come tristemente afferma nell’ordinanza, ma riteniamo piuttosto che sia una sconfitta per la civiltà. In conclusione, sì all’obbligo di custodire i cani e di rimuovere le deiezioni, no al divieto assoluto di introdurre cani nelle piazze e nelle aree destinate a verde pubblico. Per i motivi sopra citati - aggiungono le associazioni -, invitiamo il sindaco di Zungri, Francesco Galati, ad annullare e/o modificare la suddetta ordinanza».