VIDEO | Dal marzo 2018 il mare è avanzato di altri 20 metri assottigliando sempre più l'arenile cittadino senza nessun intervento concreto per limitare l'erosione costiera
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Sono numeri drammatici quelli che fa registrare il fenomeno dell'erosione costiera a Tortora: negli ultimi due anni il lato nord della spiaggia ha perso 20 metri di lunghezza e 1,5 metri di altezza. Di questo passo, la costa tortorese rischia letteralmente di sparire. Di pari passo l'economia della cittadina altotirrenica sprofonda nell'abisso e con essa anche gli oltre 6mila abitanti che qui vivono principalmente di turismo balneare.
Lidi chiusi e prime file cancellate
L'acqua ha ormai raggiunto e scavato anche le case, ad ogni mareggiata i danni sono incalcolabili. A pagare maggiormente le conseguenze del triste fenomeno sono i titolari degli stabilimenti balneari. Alcuni di loro quest'anno hanno rinunciato ad aprire le proprie attività, non c'è più spazio disponibile, mentre i più "fortunati" hanno dovuto eliminare le prime file di lettini e ombrelloni, riducendo di molto i posti disponibili, tra l'altro già decimati dalle misure anticovid.
Meno introiti, stesse tasse
A fronte di incassi nettamente inferiori, tra crisi economica, pandemia ed erosione costiera, i titolari degli stabilimenti balneari continuano a pagare le stesse tasse con le stesse tariffe di quattro anni fa. Per questo, la situazione diventa ogni giorno più insostenibile e molti imprenditori, a fine estate, saranno costretti a chiudere definitivamente. Del problema si è occupato spesso Raffale Papa, consigliere comunale di minoranza al Comune di Tortora, che qualche giorno fa ha scritto anche all'assessore regionale alle Infrastrutture, Pianificazione e sviluppo territoriale e Pari opportunità, Domenica Catalfamo, ma non ha ancora ricevuto risposta.
Le mancate promesse della politica
Inutile dire che, nel corso degli anni, sono stati decine i politici di destra, sinistra e centro che si sono recati a Tortora, spesso durante la campagna elettorale, a promettere interventi per la risoluzione del problema, ed è altrettanto inutile sottolineare che finora niente è stato fatto. Persino i fondi promessi dall'allora governatore regionale Mario Oliverio, sulle carte già stanziati, non sono mai arrivati. Quei soldi dovevano servire a riparare i danni delle tremende mareggiate che nel marzo e nel novembre 2018 flagellarono Tortora e tutta la costa tirrenica. Da allora nulla è cambiato.
Il fiume Noce e barriere soffolte
Tortora sorge al confine calabro lucano e nel suo mare finiscono anche le acque del Fiume Noce, che segna il confine tra Calabria e Basilicata. Questo fenomeno contribuisce certamente all'innalzamento del mare, ma anche qui non si registra nessun intervento concreto. Stesso discorso vale per le barriere soffolte, le strutture in cemento armato, posate sul fondale marino a pochi metri dal litorale, che sfruttano l’energia del moto ondoso per arginare il fenomeno dell'erosione costiera. Altrove il problema lo hanno risolto o ridotto, come nel caso di San Lucido; a Tortora, invece, di barriere soffolte se ne parla da un decennio ma ancora non se ne vede l'ombra e il dramma continua tra l'indifferenza generale.