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Una vera e propria terra dei fuochi, in città, a pochi passi da un rettifilo e attaccata all’alveo di un fiume, nonché a diverse colture realizzate da chi abita nelle vicinanze e alla zona termale di Caronte. Si tratta della discarica apposta accanto al fiume Bagni a Lamezia Terme. Una vera e propria bomba emergenziale su cui ora il movimento Cinque Stelle ha deciso di puntare i piedi presentando un esposto alla Procura della Repubblica. Nel documento i pentastellati chiedono il sequestro preventivo dell’area e la bonifica, la caratterizzazione dei rifiuti, l’analisi delle acque termali e la verifica della presenza di arsenico. Chiedono poi di sapere se ci sono responsabilità penali e se esistono profili di danno erariale.
Nella zona, secondo uno studio dell’Asp, in due anni ci sarebbero stati 532 casi di tumore e diverse gravi patologie non oncologiche.
La discarica, inoltre, non ha recinzioni né depositi sotterrati. Nel 2007 un’ordinanza del commissario delegato all’emergenza ambientale classificava quello di Bagni “come il sito a più alto rischio della provincia, terzo in tutta la Calabria”. Ma da allora nulla è stato fatto. Eppure, dalle analisi condotte dalla precedente amministrazione sarebbe emersa la presenza di arsenico, stagno e idrocarburi.