VIDEO | Il promotore del comitato sorto a livello locale contesta, in particolare, la tassa per gli immobili extragricoli, sottolineando il fatto che in merito esiste una legge regionale molto chiara
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Da qualche tempo, i cittadini dell'alto Tirreno cosentino sarebbero vessati da richieste di pagamento, a quanto pare non dovuti, da parte del "Consorzio di bonifica integrale dei bacini del Tirreno cosentino", ex Valle Lao, che ha la sua sede a Scalea. In particolare, la contestazione riguarda il tributo 1H78 per gli immobili extragricoli, ovvero la "manutenzione dei fossi di scolo delle acque meteoriche ai fini della difesa idraulica del territorio". Tra coloro che stanno manifestando pubblicamente il dissenso, c'è Giuseppe Antonio Torrano, promotore del comitato "No servizio, no contributo". «I cittadini non sanno più che fare e stanno avendo notevoli disagi», ha detto alle telecamere di LaC News24.
Confusione e incertezza
Secondo quanto riferisce il promotore del comitato «alcuni cittadini hanno pagato, alcuni hanno deciso di fare ricorso, ma c'è stato anche chi ha lasciato la cosa cadere nel vuoto e questo ha comportato un'azione nei loro confronti, come il fermo amministrativo delle auto, di cui ogni cittadino ha necessità. Questo è accaduto anche per cifre modiche, anche per venti euro». Il punto cruciale è che tali pagamenti non sarebbero dovuti, almeno quelli richiesti dopo la modifica alla legge del 23 luglio 2003 ("Disposizioni per la bonifica e la tutela del territorio rurale. Ordinamento dei Consorzi di Bonifica”), contenuta nel testo della legge regionale approvata il 24 febbraio 2023. Lo ha ribadito pochi giorni fa la consigliera Pasqualina Straface, promotrice della proposta della variazione di legge e segretaria della Quarta Commissione regionale di Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente. In una lettera di risposta al consigliere comunale di minoranza di Scalea, Angelo Paravati, ha sottolineato che «i tributi richiesti dai consorzi di bonifica relativi agli immobili extragricoli ricadenti nelle aree urbane già soggette al pagamento dei tributi comunali non sono dovuti».
Nessun servizio
L'altro aspetto cruciale della vicenda è che gli utenti contestano la presunta mancanza dei servizi erogati. Uno su tutti, quello della pulizia dei canali. «Viene richiesto un contributo per un servizio che alla fine non è goduto, non viene espletato», dice ancora Torrano, elencando i canali in cui è evidente lo stato di incuria. Tuttavia, molti cittadini, nonostante ritengano ingiuste le richieste di pagamento, per evitare problemi o il fermo amministrativo delle auto si stanno rivolgendo ai loro avvocati. «Non può essere scaricato sui cittadini l'onere delle stesse presentando ricorsi costosi in termini economici e non solo - conclude Torrano -. Secondo il mio umile pensiero, deve essere lo stesso Consiglio regionale calabrese a bloccare sul nascere questa ingiusta richiesta, in quanto lo stesso contributo è previsto e istituito dalla legge regionale, e che gli stessi consorzi di bonifica sono enti subordinati alle regioni. La legge va fatta applicare, altrimenti a cosa serve?».