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«Continua l’emergenza perché gli sversamenti abusivi proseguono». A comunicarlo è l’Arpacal in relazione al canalone dei veleni di San Ferdinando. L’ultimo campione di acqua prelevato dai tecnici Arpacal lo scorso 17 ottobre risulta «non conforme per i parametri oli e grassi animali e vegetali, mercurio ed escherichia coli».
“Canale dei veleni”, la scoperta della convenzione Iam misteriosamente tardiva
Tale risultato conferma le continue denunce e segnalazioni che il “Comitato 7 Agosto” ha continuato a fare fin dal termine dei lavori di pulizia straordinaria del canalone.
«L’emergenza - scrivono dal Comitato - per noi che viviamo sul territorio, non è mai finita considerato che gli sversamenti illeciti di sostanze pericolose e non pericolose sono andati avanti ininterrottamente. Per questo l’attività del Comitato non si è fermata filmando continuamente la situazione e presentando altri esposti e denunce. Quindi, ribadiamo che bisognerebbe conoscere la provenienza di questi scarichi illeciti».
Alla luce di questo nuovo report di Arpacal si chiedono per quanto tempo ancora «l’assessore Rizzo prolungherà la sua latitanza e se mai verrà avviato concretamente il procedimento volto ad individuare le responsabilità del proprietario del canale per i mancati controlli sul soggetto che lo ha in affidamento. Rileviamo, infatti, che l’assessore regionale all’Ambiente Antonella Rizzo, dopo essersi precipitata ad agosto per placare la protesta e aver convocato una serie di tavoli tecnici, si era impegnata ad indire una conferenza di servizi per attribuire a tutti i soggetti coinvolti nella vicenda ruoli, compiti e responsabilità, oltre che a far supervisionare i lavori di conclusione di pulizia del canale tramite i tecnici del Dipartimento Ambiente, impegni mai rispettati».
Vengono sottolineati, poi, gli «ingiustificati ritardi di tutti gli enti coinvolti nella vicenda, in particolare Iam e Corap ma anche del Comune di San Ferdinando limitatamente alla gara per la rimozione delle sabbie contaminate e dei fanghi che pare finalmente si stanno avviando a conclusione. La procura di Palmi, presso cui sappiamo esservi delle indagini in corso, oggi ha ulteriori fonti di prova per chiudere il cerchio e fare in modo che tutti questi sversamenti non continuino a minacciare la salute pubblica dei cittadini e violentare il mare e il territorio di San Ferdinando».
Insomma, il “Comitato 7 Agosto” continuerà sempre a vigilare e denunciare.