«Siamo orgogliosi che la Calabria sia la prima regione in Italia ad eseguire quanto previsto dal Consiglio dei Ministri, ancora prima delle regioni alpine tradizionalmente interessate dai fenomeni valanghivi, e con tempi di esecuzione record. E’ un buon segnale per tutti noi».
Così Domenico Pappaterra, direttore generale dell’Arpacal, Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria, che insieme al colonnello Giorgio Maria Borrelli, comandante del Comando regionale Carabinieri Forestale Calabria, ha presentato alla stampa i dettagli del protocollo, siglato a Catanzaro, che dà il via alla collaborazione tra i due enti per implementare in Calabria il sistema di allertamento meteo valanghivo curato da Meteomont sull'intero territorio nazionale, gestito dall’omonima sezione della Sala operativa del Comando generale dell’Arma dei Carabinieri.

Una rete di sensori

Per l’Arpacal sarà il Centro funzionale multirischi diretto Eugenio Filice a curare le fasi operative dell’accordo che prevede l’implementazione della rete di sensori in Calabria. La firma del protocollo d’intesa, sul quale i funzionari del Multirischi ed i militari dell’Arma stanno lavorando da diverso tempo, che giunge a sei giorni dalla pubblicazione, in Gazzetta Ufficiale, della Direttiva del presidente del Consiglio dei Ministri del 12 agosto 2019, recante “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale e regionale e per la pianificazione di protezione civile territoriale nell'ambito del rischio valanghe”. Proprio con questo provvedimento il Governo dispone che tutti i Centri Funzionali delle Regioni italiane stipulino, entro sei mesi dall’emanazione del suddetto Dpcm, appositi accordi con Centri di competenza specializzati nel rischio valanghe, tra cui il Servizio Meteomont dei Carabinieri Forestale rappresenta certamente un centro d’eccellenza.

Tutelare i cittadini


«In una terra in cui i fattori di rischio naturale incidono sulla sicurezza di tutti noi – ha detto Pappaterra - questo è un segnale di grande presenza delle istituzioni. Ed è su questo solco che intendiamo continuare, lavorando insieme per un accordo sulle diverse matrici ambientali che ci vedono collaborare quotidianamente, spalla a spalla, con l’Arma dei Carabinieri». «Sul solco della tradizione del Corpo Forestale dello Stato, l’Arma dei Carabinieri – ha dichiarato il comandante del Comando regionale Carabinieri Forestale Calabria -  prosegue nel lavoro di prevenzione e repressione dei crimini ambientali ma anche nel delicato compito di prevenire i  diversi rischi per le popolazioni che vivono specialmente nelle aree rurali e montane dove, ecco la specificità dell’accordo di questa mattina, il rischio valanghe è presente. L’accordo con Arpacal permetterà di integrare, con l’uso di sensori di alta tecnologia, la rete che il Servizio Meteomont già possiede sul territorio nazionale e, quindi, avere una più ampia base dati che è utile ai fini delle previsioni e della prevenzione dei territori. Noi rafforziamo con questo accordo, e ci auguriamo con i prossimi che il Comando Generale dell’Arma vorrà autorizzare, lo stretto legame con l’Arpa della Calabria che, come tutte le arpa, è il motore tecnico scientifico per tutte le attività che, partendo dai dati ambientali, permettano di prevenire, proteggere l’ambiente, reprimendo anche gli illeciti ambientali».   

Gli eventi valanghivi

  
Nello specifico, il Dpcm prevede l’obbligo per tutti i 21 Centri funzionali regionali di effettuare la valutazione dei possibili rischi derivanti dagli eventi valanghivi che possono accadere nelle aree antropizzate e, quindi, effettuare l'emissione dei corrispondenti livelli di criticità mediante dei Bollettini di criticità valanghe giornalieri e degli eventuali Avvisi di criticità valanghe. L'adozione e la dichiarazione dei diversi livelli di allerta del Sistema della protezione civile da parte delle Regioni, sulla base dei previsti livelli di criticità valanghiva, sarà competenza del Presidente della Giunta regionale, analogamente a quanto accade oggi per il rischio meteo – idrogeologico ed idraulico. Inoltre, entro due anni dalla pubblicazione del suddetto Dpcm le Regioni, sulla base di appositi studi di pericolosità, dovranno definire, in raccordo con i Comuni ed in base alle informazioni fornite dagli stessi, una prima mappatura delle aree soggette a rischio valanghe e dovranno emanare le direttive per l'allertamento e gli indirizzi per la pianificazione provinciale, comunale/intercomunale o di ambito di protezione civile, recependo le disposizioni contenute nel Dpcm. «Per poter quindi svolgere in modo efficace le attività legate alla fase previsionale ed alla conseguente emissione quotidiana dei bollettini di criticità valanghe e degli eventuali avvisi di criticità' valanghe – ha spiegato Pappaterra nel corso dell’incontro con la stampa - è necessario disporre di una adeguata base di dati nivo-meteorologici, raccolti su tutto il territorio regionale, nonché di idonee capacità previsionali sia in ambito meteorologico che valanghivo. Da questo è scaturita, quindi, l’esigenza di sottoscrivere un apposito Protocollo d’intesa con un soggetto con elevata esperienza nel settore, sia a livello regionale che nazionale, quale il Servizio meteomont dei Carabinieri Forestale».