VIDEO | I sigilli questa volta sono scattati per una discarica all'interno di quello che fu un cantiere nautico della Plastimare, proprio mentre l'Arpacal prosegue il carotaggio nell'ex Cgr dove sono state trovate ecoballe radioattive
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È dentro la vecchia sede della società Plastimare, in un opificio che sembra non appartanere più al cantiere nautico, la nuova discarica scoperta e sequestrata nella sona industriale di Porto Salvo. I sigilli nell’area di 10.000 mq, bis di un analogo provvedimento assunto dalla procura di Vibo Valentia ai danni dell’ex Cgr – in un complesso industriale diverso e in quel caso abbandonato – riguardano un perimetro al cui interno sembrano ora evidenti attività del settore metallurgico.
A differenza del primo sequestro, né i carabinieri né la procura guidata da Camillo Falvo hanno rivelato il nome dell’azienda colpita – e neanche quello dell’imprenditore denunciato – e quindi l’angoscia di non sapere dove siano stati trovati i rifiuti classificati come cancerogeni aveva reso anche misterioso l’esito del provvedimento. Ciò che accomuna i due sequestri, avvenuti in compendi industriali che hanno diversi proprietari e distano tra loro un centinaio di metri, è che in entrambi i casi sono intervenuti anche i tecnici dell’Arpacal per effettuare la misurazione dei livelli di radioattività, ma mentre nel caso dell’ex Cgr è stata riscontrata un’alterazione preoccupante, in questa seconda occasione il rilevamento ha dato esito negativo.
A conferma della preoccupazione con la quale ancora si muovono gli investigatori, c’è da dire che proprio stamattina si sono visti all’interno dell’ex Resine Sud – la società di cui è proprietario Francesco Mirigliani – gli uomini dell’Arpacal e dei Vigili del fuoco effettuare delle misurazioni altamente pericolose, probabilmente dei carotaggi nel terreno eseguiti con il personale vestito con gli appositi scafandri, segno evidente che il pericolo radioattività non è per nulla cessato nella zona industriale.