La bocciatura da parte del Tar sul revamping di Siderno è solo l’ultimagrana per l'Ato 5. Dei progetti che dovrebbero risolvere l’emergenza rifiuti solo quello di Sambatello è in fase esecutiva (ASCOLTA L'AUDIO)
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Il mancato revamping del centro trattamento rifiuti di Siderno, saltato su disposizione del Tar che ha annullato la delibera regionale che ne rendeva esecutivo l’ampliamento, non è l’unica grana che incombe sul sistema dei rifiuti reggino. Tra discariche congelate, siti ancora da individuare, strutture inefficienti e progetti ancora in fase preliminare, l’intero comparto fa acqua da tutte le parti, spingendo la provincia in fondo alle classifiche già asfittiche delle percentuali regionali di rifiuto riciclato.
In attesa del nuovo report Arpacal, i dati 2021 dell’agenzia per l’ambiente regionale inchiodano la città ad un misero 37% di differenziata. E in provincia va anche peggio, con una percentuale di riciclo che scavalca di poco un desolante 30%.
Gli ecodistretti
Dei tre ecodistretti a servizio della provincia se ne favoleggia dal 2016, quando fu varato il primo piano dei rifiuti regionale, poi modificato nel 2019 e ancora nel 2022 dalla giunta Occhiuto. Tre i siti individuati: Sambatello a coprire i bisogni di Reggio, Gioia Tauro per il versante tirrenico e Siderno sullo Jonio. E in mezzo anche Rosarno – dove dovrebbe essere attivata la linea di trattamento anaerobico inizialmente prevista prima a Siderno e poi a Gioia – Melicuccà, Motta San Giovanni e una serie di altri centri in cui dovrebbero sorgere piccole discariche di servizio in aiuto ai micro paesi interni con scarsi volumi di rifiuti e ancora più scarsi mezzi per i continui viaggi fino alle discariche di servizio.
Questo almeno sulla carta, visto che dei progetti che dovrebbero risolvere l’emergenza rifiuti nel reggino, solo uno, quello di Sambatello (foto in basso), è in fase esecutiva.
Se il termovalorizzatore di Gioia Tauro – unico in Calabria – resta sospeso tra un’attuale scarsissima funzionalità e un annuncio di raddoppio che ha mandato in fibrillazione l’intero comprensorio (il sindaco di Gioia Aldo Alessio ha anche presentato un esposto in Procura contro i danni ambientali provocati dall’inceneritore), il resto delle infrastrutture previste dal piano non se la passa meglio. Devastato nell’estate del 2020 da un incendio che distrusse tre padiglioni operativi e di stoccaggio, riducendone la funzionalità produttiva della struttura e che bloccò in casa per ore i cittadini di Siderno e Locri, l’impianto Tmb di contrada San Leo (foto in basso) doveva essere ristrutturato profondamente.
Il piano di revamping però – con annesso sostanziale raddoppio di occupazione di suolo – è stato bloccato dai giudici amministrativi. I fondi, 42 milioni già finanziati, avrebbero dovuto essere impegnati entro il prossimo 31 dicembre, pena la decadenza. In attesa delle piccole discariche di servizio previste dalla Città Metropolitana – dislocate strategicamente nelle vicinanze dei tanti piccoli e piccolissimi paesi che compongono il territorio – la Locride aspetta ancora l’individuazione del luogo dove costruire la discarica di servizio che dovrebbe servire l’ecodistretto di Siderno.
Prevista da anni, nemmeno la nomina di una serie di commissari è riuscita a sbrogliare la matassa discarica. La dettagliata mappatura geologica del territorio per individuare una serie di terreni adatti ad ospitare un mastodonte da 200 mila metri cubi ha ristretto il campo: scegliere il sito sarà un altro paio di maniche. Soprattutto viste le reazioni dei cittadini che quei territori li vivono. Come a Melicuccà, dove la discarica di servizio all’ecodistretto di Gioia – che vanta un passato di disastri ambientali, sequestri giudiziari e sollevazioni popolari – è stata pensata incredibilmente vicina alle sorgenti che riforniscono l’acquedotto Vina. In funzione per una manciata di giorni, resta bloccata da una sospensiva disposta dai giudici amministrativi di Reggio che si pronunceranno il prossimo aprile.