VIDEO | Nasce il gruppo ILoveRC che proprio dallo spazio di via Giudecca ha voluto iniziare a prendersi cura della città. Lì anche lo scheletro di un ascensore bloccato da anni e mai completato
Tutti gli articoli di Ambiente
Un tempo la scalinata monumentale che da piazza delle Tre Fontane, sulla via Reggio Campi, arrivava fino a via Possidonea, attraversando il primo tratto di via Giudecca, una delle cosiddette vie Cannocchiale più suggestive di Reggio Calabria, oggi un luogo degradato che tradisce un’antica storia di bellezza e pregio. I lavori per il completamento del sistema di mobilità urbana, noto come Tapis Roulant, consistenti nell’inserimento di un ascensore di collegamento tra via Reggio Campi e via Filippini, con passaggio sotto via Possidonea, bloccati da un decennio per un’interdittiva antimafia, adesso sono nuovamente a gara per nuova aggiudicazione. Ma intanto hanno intrappolato il tratto più alto e suggestivo della scalinata, interdicendo l'accesso alla cittadinanza e condannando al degrado e all’incuria quello stesso tratto e i restanti.
Sos Scalinata storica di Via Giudecca
«Giornata di sole. Mi sono arrampicata tra sterpi, rovi e detriti che invadono da anni una scalinata storica. Eppure anche lì ho trovato segni di umanità. Quasi moniti e aneliti risoluti. Davanti a me quell’avamposto tanto fotografato dai reggini: lo Stretto magnificente (...) Perché subire questo degrado urbano quando con risorse economiche irrisorie si potrebbero rimuovere erbacce e detriti e mettere in sicurezza le aree da tutelare e valorizzare?», pensieri scritti e diffusi con un post su facebook da Angelina De Salvo per sollecitare i cittadini residenti nella zona, e non solo, a non assuefarsi a tali brutture a riscoprire il bello. Un invito subito colto e concretizzato da Simona Lanzoni attraverso la costituzione del gruppo ILoveRC che in poco tempo ha intercettato tante persone di buona volontà. Il gruppo ha iniziato proprio da questa storica scalinata di via Giudecca, via che ricorda l'antico quartiere ebraico, il suo ciclo di iniziative di cura e pulizia dei luoghi. Piuttosto che stare inerti soltanto a criticare, alcuni fortunatamente hanno scelto la pratica della cittadinanza attiva e armati di guanti e sacchi, ma soprattutto della visione di come questa città dovrebbe e potrebbe essere, hanno liberato lo spazio da rovi e rifiuti, testimoniando nel modo più fattivo che a quella bellezza non vogliono rinunciare e chiedendo alle istituzioni di fare lo stesso.
«È stata istintiva la creazione di questo gruppo che si ispira al principio di sussidiarietà: sproniamo il Comune ad attivarsi ma intanto lo facciamo noi in prima persona. Siamo su questa scalinata storica bellissima ma abbandonata, con un cantiere fermo da tempo e un affaccio strepitoso sullo Stretto. Siamo qui perché non vogliamo più vivere in questo degrado e perché riteniamo giusto prenderci cura dei luoghi e della nostra città come della nostra casa», ha spiegato Simona Lanzoni, promotrice del gruppo ILoveRC.
Il senso di abbandono del luogo e dei residenti
Una ferita nel cuore della città di Reggio Calabria, anche per i residenti delle abitazioni che si affacciano sulla scalinata e che sono rimasti tra i pochi fruitori della stessa. Da anni sono costretti a convivere con lo spettro di una bellezza profanata e con un degrado assoluto che genera anche insicurezza.
«Ci sentiamo abbandonati, ma da sempre. Sono qui dal 1977 quando qui non c’erano neppure i lampioni e ho dovuto lottare due anni prima che fossero posizionati. Oggi devo sollecitare la pulizia delle scale più volte prima che venga qualcuno. Per non parlare dell’assenza totale dei controlli. Qui, purtroppo, vengono anche persone a drogarsi e nessuno interviene. Questo cantiere ha solo peggiorato la situazione. Siamo in questa condizione da dieci anni. Siamo completamente abbandonati», ha spiegato il residente Pietro Provenzano.
Un’antica bellezza che stride con il moderno degrado
Si intravedono nel cantiere immerso nel degrado su via Reggio Campi, accanto allo scheletro dell’ascensore che avrebbe dovuto collegare Via Reggio Campi e Via Filippini, quelle fontane rappresentative di un’epoca e di un affaccio indimenticabile. Le Tre fontane con bocche bronzee di tritone che, insieme alla gemella di piazza Castello di cui non si hanno più notizie, provenivano da un'opera monumentale collocata sul lungomare reggino dove un tempo, prima che i torrenti fossero cementificati, insistevano le ricche fontane di acqua potabile. Tale opera corredava una delle due fontane presenti, quella Nuova nota anche come fontana della Pescheria che, danneggiata dal terremoto del 1783 e poi restaurata, all’epoca si caratterizzava per le quattro bocche a forma di tritoni bronzei che avevano sostituito le cinque precedenti. Il sisma del 1908 distrusse la fontana Nuova. Sopravvissero le bocche bronzee di cui tre diedero il nome alla piazza che si trova in cima a questa storica e panoramica scalinata, da sempre una delle zone più suggestive della città di Reggio Calabria con accanto anche l’affascinante villino Livia della famiglia Nesci.
La piazza e il tratto più altro della scalinata sono da un decennio inaccessibili perché rimasti imprigionati nel cantiere dei lavori di completamento del Tapis Roulant. Si attende che un nuovo affidamento dei lavori abbia luogo affinché questi beni, e i luoghi che lo impreziosiscono, possano essere sottratti a un tale degrado così prolungato, tornando a generare bellezza e ad essere fruiti e vissuti dalla cittadinanza.