Il Corpo della Guardia di Finanza esercita, grazie all’articolata componente navale di cui dispone, il ruolo di polizia del mare nazionale, a tutela di tutti gli interessi dei cittadini e dello Stato.

Abitualmente l’attenzione dei finanzieri che operano sul mare e lungo le coste è rivolta principalmente alla prevenzione, alla scoperta e alla repressione delle molteplici attività illecite che possono verificarsi nel teatro marittimo, tuttavia nel corso dei pattugliamenti effettuati dalle unità navali della Guardia di Finanza, i militari sono presenti e in grado di intervenire anche in emergenze di altro genere che, a ben guardare, rappresentano talvolta un’altra forma di salvaguardia degli interessi della collettività.

È quanto è successo quest’estate. All’inizio di giugno, infatti, l’equipaggio di un’unità guardacoste della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia stava effettuando una perlustrazione delle acque del golfo di Gioia Tauro, quando uno dei finanzieri ha scorto in mare una tartaruga di notevoli dimensioni, che si muoveva debolmente fra le onde.

Il recupero della tartaruga

Non è la prima volta che i militari dei reparti navali della Guardia di Finanza che operano in Calabria si imbattono in esemplari del genere, quindi, agli occhi dei finanzieri il comportamento della tartaruga è parso degno di attenzione e segno di un animale sofferente, in gravi difficoltà.

Fermato il guardacoste e messo a mare il battello di servizio i militari si sono avvicinati alla creatura e hanno constatato che l’animale era evidentemente in sofferenza, decidendo quindi di recuperarla per cercare di portarle soccorso. I finanzieri hanno prontamente attivato la Rete Regionale di Spiaggiamento, chiamando l’Asp di Vibo Valentia e il Centro di Recupero Mare. (Marine animal rescue effort) di Montepaone (CZ) i cui operatori sono intervenuti e hanno preso in consegna la tartaruga, un esemplare lungo oltre un metro e di  54 chilogrammi di peso e, presumibilmente, di altrettanti anni di vita, verificando una grave subocclusione gastrica, cagionata dall’ingestione di numerosi frammenti di plastica che l’avrebbe sicuramente portata al decesso in tempi brevi, senza assistenza. La creatura è stata sottoposta a un attento trattamento terapeutico da parte del veterinario e degli operatori del centro di recupero e in poco più di un mese e mezzo ha recuperato la piena vitalità e la capacità di essere restituito al proprio ambiente naturale.

Le cure e il ritorno in mare

Finalmente pochi giorni fa la tartaruga, un notevole esemplare maschio della specie Tartaruga Comune (Caretta Caretta), al quale è stato dato il nome “Golia” in ragione della dimensione, dell’esuberanza e della tenacia dimostrati in un’opera di recupero che forse non sarebbe stata possibile nel caso di un esemplare più debole, è stata riportata e liberata in acque prossime a quelle ove era stato effettuato il salvataggio.  Il veterinario che ha seguito il recupero della tartaruga e gli operatori scientifici di Mare Calabria si sono presi cura della creatura fino alla sua liberazione da bordo della stessa unità navale del Corpo che aveva salvato la tartaruga.

Golia, ripreso contatto con evidente soddisfazione, con il proprio ambiente vitale, ha preso a nuotare sempre più sicuro nelle consuete acque del Tirreno e, dopo aver inizialmente indugiato nei pressi dell’unità navale dei suoi soccorritori, si è finalmente allontanato a fior d’acqua, spinto con vigore dalle proprie pinne natatorie.

L’attività dei Finanzieri di mare, assieme a quella indispensabile degli operatori, ha consentito di salvare un esemplare di una specie che ormai di comune, nelle acque nazionali, ha solo la denominazione, appartiene a un genere in via di estinzione che è dovere di tutti salvaguardare e difendere. I militari del Corpo che operano sul mare sono consci di questa responsabilità e in questo caso come in altre occasioni, non si sottraggono all’imperativo di intervenire a salvaguardia delle risorse naturali e a tutela della fauna marina.