Secondo gli ambientalisti, la prima segnalazione alle autorità competenti risale al giugno scorso e non è ancora stata presa in considerazione
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Basterebbe una piena del fiume Lao, come tante se ne verificano nella nostra regione negli ultimi tempi, e tutto il materiale che si trova da mesi sulle sue sponde, per lo più eternit, finirebbe disperso, in gran parte nel mar Tirreno. E' l'ennesima denuncia degli ambientalisti di Italia Nostra della sezione alto Tirreno cosentino, recentemente balzati agli onori di cronaca per una intimidazione dai toni mafiosi ai danni del componente del direttivo, Carmine Dito.
Il posto in cui si registra la presenza delle lastre di amianto ricade nel Comune di Orsomarso, precisamente all'altezza dell'acquedotto, che tra le altre cose è considerato Zsc, ossia Zona Speciale di Conservazione, quindi «sito di importanza comunitaria (SIC) in cui sono state applicate le misure di conservazione necessarie al mantenimento o al ripristino degli habitat naturali e delle popolazioni delle specie per cui il sito è stato designato dalla Commissione europea».
Rifiuti non ancora rimossi
Nei fatti, però, sembrerebbe che non ci sia nessuna attenzione. «Malgrado la nostra segnalazione del 18 giugno 2018 alle autorità competenti - fanno sapere gli attivisti dalla loro pagina - i rifiuti, tra cui numerose lastre di eternit, non sono stati ancora rimossi con possibile grave danno alla salute umana ed all'ambiente».
Un'indifferenza istituzionale che potrebbe costare caro. In Italia la produzione, la lavorazione e la vendita dell'amianto sono vietati sin dal 1992, poiché le fibre che costituiscono il materiale dell'amianto sono considerate altamente cancerogene. Pertanto anche il deterioramento delle lastre, lasciate sulle sponde del fiume da mesi, potrebbe causare il rilascio delle polveri nell'aria e pertanto rappresenta un altro grosso pericolo.
Oltretutto le fibre di amianto non sono l'unico elemento nocivo presente. In prossimità del torrente, che attraversa il Parco Nazionale del Pollino e prima di sfociare nelle acque del Mediterraneo attraversa anche la città di Scalea, ci sono rifiuti di ogni genere. Soprattutto plastica, altro materiale altamente inquinante.