Diverse le segnalazioni e ora la magistratura vuole fare chiarezza accertando eventuali responsabilità penali. Sul caso è stata costituita una task force
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Vuole vederci chiaro la magistratura, capire cosa c'è dietro quelle chiazze a pelo d'acqua alternate a volte anche a veri e propri rifiuti galleggianti. Ecco perché tre Procure della Repubblica (Vibo Valentia, Lamezia Terme e Palmi), hanno aperto un fascicolo per indagare sulle presunte responsabilità in merito al mare sporco che sta bagnando la costa tirrenica da Gioia Tauro fino alla città della Piana.
Diverse le segnalazioni arrivate. Le maggiori criticità sono state riscontrate nella zona della foce del fiume Mesima, in direzione San Ferdinando, verso Nicotera e il fiume Angitola. Sul caso è stata predisposta un’apposita task force che ha coinvolto gli uomini gli uomini della Capitaneria di Porto di Vibo Marina, carabinieri, carabinieri forestali, Guardia di finanza e alcuni rappresentanti dell'Arpacal e di Calabria Verde per l’area del Golfo di Sant’Eufemia.
Con il coordinamento delle Procure di Lamezia e Vibo Valentia, guidate dai procuratori Salvatore Curcio e Camillo Falvo, si cercherà in particolare di accertare le responsabilità per lo stato del mare da Pizzo sino a Lamezia e Gizzeria. Nel mirino depuratori e scarichi non autorizzati. Da ricordare, inoltre, che in provincia di Vibo Valentia su 50 comuni ben 33 sono privi delle certificazioni che attestano il corretto funzionamento degli impianti di depurazione.
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