VIDEO | L'associazione nazionale per la Tutela dell'Ambiente ha avviato una serie di progettualità mirate alla valorizzazione ambientale, paesaggistica e culturale del comprensorio ricadente nei comuni di Crosia, Calopezzati e Pietrapaola
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I fondali Crosia-Pietrapaola-Cariati, le Dune di Camigliano e la Macchia della Bura, già Siti di interesse comunitario (SIC) della Rete Natura 2000 e poi convertiti in Zona Speciale di Conservazione, rappresentano ambienti di particolare pregio ed interesse ecologico e allo stesso tempo habitat particolarmente sensibili all'impatto delle attività antropiche, che già, in alcuni casi, hanno creato una modifica di questi ambienti naturali.
Si tratta della “Baia di Borea”, un nome mitologico che richiama il nome epico del vento del nord, quello che da queste parti, mischiandosi al mare, trasforma le coste. Ed è questo il nome che caratterizza un nuovo spazio naturalistico che spazia per oltre dieci chilometri di costa da Crosia a Peitrapaola, passando per la piccola ed affascinante Calopezzati.
Dalle praterie di Posidonia oceanica alla grande Pinna Nobilis per finire alla piccola secca dello Scoglio del Monaco a poche miglia di distanza da Capo Trionto il mondo sommerso sotto lo Jonio è davvero un angolo incontaminato, ricco di meraviglie ancora tutte da scoprire.
Ed è su questo che sta lavorando da tempo l’ANTA (Associazione Nazionale per la Tutela dell'Ambiente) attraverso una ampia ed articolata progettazione che ha coinvolto anche i tre comuni interessati. Ed a proposito, proprio a Crosia, nei locali del Palateatro comunale, si è tenuto un importante iniziativa di sensibilizzazione aperta alle scuole, che ha aperto di fatto le attività progettuali per la valorizzazione della “Baia di Borea”.
Un territorio con caratteristiche uniche
«Baia di Borea – dice il capo progettista di Anta Calabria – è un territorio che si caratterizza per molti elementi comuni che riguardano il paesaggio, i percorsi e la storia. Costituiscono un aggregato ad alta vocazione turistica che potrebbero generare, se ben valorizzati, un propulsore economico rilevante per questa area della Calabria». Si è già a lavoro per la valorizzazione di questi attrattori.
Il primo passo: l'acquisizione del Castello di Calopezzati
Il primo passo sarà quello dell’acquisizione del Castello di Calopezzati. «Castello Giannone è oggetto di un protocollo d’intesa – dice Pignataro – che prevede l’acquisto della struttura nell’arco di un anno e mezzo. A breve avvieremo una campagna basata sulla progettazione relativa al riuso del castello, finalizzata quindi all’utilizzazione di fondi con l’obiettivo di creare, appunto, un attrattore importante per tutto il comprensorio e dare, così, un primo slancio all’economia turistica sia del mare che dell’entroterra».