Si vede la costa disseminata di chiazze di liquami e si riconosce il fosso Vena, uno dei principali affluenti del Mesima, che passa in mezzo alle case e ai quartieri sorti nel degrado, le cui rete fognarie sono allacciate senza alcun controllo sulla pericolosità degli scarichi. È implacabile quanto ha immortalato il drone fatto volare per la prima volta sulla zona alla foce del Mesima, su iniziativa del comune di San Ferdinando, il cui sindaco Andrea Tripodi ha allegato in una denuncia immediatamente sporta ai carabinieri le foto e le riprese immagazzinate dall’occhio meccanico. Il primo cittadino, che ha annunciato la prosecuzione dei voli, ha voluto rimarcare le condizioni che a suo parere sarebbero gravi per ciò che concerne lo scarico a mare del depuratore consortile della società privata Iam; come pure per quello che ha definito “scarico abusivo”, ovvero l’impianto chiamato sfioratore di pieno installato dal comune di Rosarno su autorizzazione della Città metropolitana di Reggio Calabria. Una denuncia con parole circostanziate, che si riferisce ad una struttura già finita al centro di un esposto presentato dal sindaco di Nicotera, Giuseppe Marasco, che potrebbe alimentare le polemiche tra gli enti che amministrano il territorio alla foce del Mesima. Intanto, proprio i comuni di San Ferdinando, Rosarno e Nicotera – a cavallo tra le province di Reggio e Vibo – si preparano al nuovo sbarramento artificiale del Mesima, creando un filtro naturale amovibile che serve a fare arrivare al mare acqua più depurata possibile.