Rifiuti, ad oggi non sussisterebbe alcun pericolo che l’impianto tecnologico di Bucita, destinato al recupero della frazione organica, della frazione recuperabile del materiale indifferenziato e alla gestione dei materiali differenziati, possa aumentare il suo volume di lavoro. «Degli oltre 150 comuni della provincia di Cosenza solo 33 continueranno a conferire presso la struttura di Corigliano-Rossano. Alcuni dei quali solo in modo parziale rispetto al passato. Questo almeno fino al 2021 e comunque non prima di eventuali nuovi interventi di ammodernamento che la Regione, tramite i concessionari, dovrà effettuare sulle linee di conferimento. Tutto ciò, ovviamente, non potrà avvenire se prima non ci sarà un confronto con il nuovo e ormai prossimo Governo della Città, basato innanzitutto sulla opportunità di dover continuare a vessare un territorio che in tema rifiuti ha già dato il suo pesante e indispensabile contributo alla Calabria».

Sono, questi, dati e circostanze emerse dall’incontro che il presidente de Il Coraggio di Cambiare l’Italia, Giuseppe Graziano, ha chiesto e ottenuto subito con i vertici del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria per fare chiarezza sulla paventata ipotesi che con l’inizio del nuovo anno potesse riesplodere un nuovo caso Bucita.

Cosa è emerso dall'incontro

«Ci siamo caricati – dice Graziano – delle preoccupazioni dei cittadini e subito, in silenzio, ci siamo messi a lavoro per trovare risposte certe, documentate e fondate direttamente nel posto in cui andavano ricercate. Al momento – questo è quello che riferiscono gli uffici – non c’è alcun rischio che Bucita diventi la cosiddetta pattumiera della Provincia di Cosenza. E questa certezza è avvalorata dal fatto che sono operativi ben nove impianti per il trattamento dello scarto “tal quale” e della frazione organica e differenziata. Quello di Bucita, tra questi, è il più ridotto in termini di utenza. Si pensi che la stessa Corigliano-Rossano lavora solo parzialmente i suoi rifiuti nel sito cittadino perché altra parte finisce presso la struttura di Rende. Così anche per Crosia, che negli ultimi anni ha aumentato di molto il ciclo della differenziata, conferendo la frazione indifferenziabile su Crotone insieme ai comuni di Mandatoriccio e Cariati. Nel bacino di Bucita, inoltre, non giungono più nemmeno i rifiuti di Villapiana e Trebisacce, dirottati su Rende. E questo – precisa il leader del CCI - dovrebbe essere l’assetto per i prossimi due anni in una prospettiva in cui le politiche per la differenziata nei comuni calabresi dovrebbero mantenere il loro trend di crescita.

L'appello alla prevenzione

Il Coraggio di Cambiare – aggiunge poi Graziano - ha raccolto con non poca preoccupazione i segnali di allarme, a questo punto infondati, pervenuti negli ultimi giorni da comitati e associazioni ambientaliste riguardo al futuro di Bucita. Denunce forti cariche di appelli ai giovani affinché facessero sentire la loro indignazione rispetto all’ennesimo (ma questa volta scongiurato) sopruso ai danni dell’ecosistema del territorio. Credo però che il coinvolgimento delle nuove generazioni debba essere proiettato principalmente nella valorizzazione delle politiche per l’ambiente. Insieme alla protesta, bisognerebbe invogliare i giovani a farsi promotori nelle famiglie e nei loro ambienti della sana pratica della differenziazione dei rifiuti. Perché se è vero che la battaglia contro discariche, inceneritori e qualsiasi altro presidio di conferimento e trattamento rifiuti è un principio sacrosanto che condivido a pieno, è pur vero che insieme alla lotta deve camminare la proposta. E di proposte – scandisce - per poter, ad esempio, chiudere totalmente il ciclo dei rifiuti sul nostro territorio, creando lavoro e profitto, in questi anni non ne ho sentita nessuna. Anche da qui, da progetti ed intuizioni per il futuro che trasformano i problemi in risorsa – conclude - parte la sana politica per una terra che vuole avere il coraggio di cambiare».