Nonostante l’allarme lanciato quasi un anno fa e l’obbligo di legge di intervenire, non si è agito e ora lo spettacolo che si presenta agli occhi in queste settimane è raccapricciante: milioni di nidi pronti a mangiarsi vivi gli alberi e mettere a rischio la salute delle persone
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Chiunque decida, in questo periodo, di fare una scampagnata in Sila, non potrà fare a meno di notare dei grossi bozzoli biancastri che pendono dai rami dei sempreverdi. Non si tratta di innocui nidi, ma della tana della processionaria. Detto così, sembrerebbe un fenomeno normale, non è così. Tutta la Sila ne è infestata come non mai.
Su ogni albero è possibile contare fino a cinquanta involucri che, in questo periodo dell’anno, conservano le larve che nel mese di marzo (e fino ad aprile) daranno vita a centinaia (per nido) di insetti simili ai bruchi ma molto pericolosi.
Cos’è e come si diffonde
La processionaria (chiamata così perché le larve a caccia di foglie da mangiare si mettono in fila come in una processione) aggredisce pini e querce. Una volta stanziata sui rami diventa invasiva e fermarne la riproduzione a catena continua diventa impossibile se non si agisce dall’esterno (per aree molto estese le trappole non servono ma è necessaria l’irrorazione via area di una sostanza specifica).
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