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Oltre novecento milioni di euro investiti nella depurazione tra il 1997 ed il 2012 non sono serviti per risolvere il problema dell’inquinamento delle coste. Al contrario. Innumerevoli sono i comuni calabresi non in regola. Non soltanto quelli costieri. Lo sversamento dei liquami nelle acque riguarda anche i territori montani, da cui si alimentano fiumi e torrenti poi destinati a confluire nel mare.
La Regione è riuscita a trattenere risorse importanti, circa 160 milioni di euro, da investire negli impianti di trattamento degli scarichi, implementandole con altri 160 milioni provenienti dal Patto per la Calabria sottoscritto con il governo. Affinché gli interventi siano efficaci il presidente Oliverio, insieme al dipartimento Lavori Pubblici rappresentato dall’ingegnere Pallaria, ha avviato una serie di accordi con l’autorità giudiziaria per intervenire sulle criticità esistenti ed attivare soluzioni immediate delle problematiche.
La prefettura di Cosenza ha ospitato gli attori del primo protocollo d’intesa, sottoscritto con il procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla, competente per i comuni della costa jonica cosentina, oltre che per quelli montani ricadenti nel Parco del Pollino. Hanno preso parte all’incontro anche il comandante del reparto aeronavale della Guardia di Finanza Domenico Tavone, il comandante dei carabinieri forestali di Cosenza Giuseppe Melfi, il comandante della Capitaneria di Porto di Corigliano Canio Maddalena.
La task force lavorerà in sinergia per contrastare in maniera adeguata i reati ambientali, individuare scarichi abusivi ed intervenire, attraverso il governo della regione, per adottare soluzioni tempestive e definitive. Sarà decisiva la collaborazione dei cittadini, ha sottolineato Facciolla, invitando a denunciare senza remore chi attenta alla salute del territorio.
«Invito la popolazione ricadente nel territorio di competenza della procura di Castrovillari - ha detto il magistrato - a segnalare tempestivamente eventuali sversamenti, eventuali macchie o chiazze sul mare. Con l’ausilio delle forze dell’ordine abbiamo l’opportunità di intervenire tempestivamente, per verificare l’origine dei fenomeni inquinanti».
Vi sono alcune criticità in particolare alle foci dei fiumi, ma nel complesso lo stato di salute del mare calabrese è soddisfacente. «I tratti in cui vige il divieto di balneazione sono decisamente ridotti – spiega Mario Oliverio – La sinergia attivata con l’autorità giudiziaria ci consentirà di potenziare gli impianti attuali, di completare i collettamenti fognari mancanti, di affrontare alla radice il problema della depurazione».
La procura, laddove non sia intervenuta la prescrizione, verificherà anche la sussistenza di illeciti amministrativi e penali legati alla cattiva gestione del sistema di depurazione. L’ingegnere Pallaria ha rivelato l’esistenza di impianti collaudati e mai entrati in funzione perché non collegati con le reti fognarie. In alcuni casi addirittura alcuni depuratori hanno superato il collaudo senza essere terminati. Situazioni anomale su cui la regione sta lavorando per arrivare ad una soluzione definitiva.
Salvatore Bruno