Il commissario Errigo assicura che i lavori partiranno entro sei mesi, ma non si sa ancora dove verranno smaltiti i rifiuti pericolosi. La Conferenza dei Servizi prevedeva l'obbligo di trasportarli fuori Regione, resta in piedi la soluzione della discarica di Columbra
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Sembra davvero una storia infinita quella della bonifica dei siti dell’ex area industriale di Crotone. Un’area che è stata delimitata il 9 novembre 2017 del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in circa 834 ettari.
Tutto parte dal 2004 quando viene prevista la bonifica dell'area industriale in questione riconosciuta anche da una sentenza del Tribunale di Milano passata in giudicato che ha condannato Eni al pagamento della somma di 72 milioni di euro, già versata al Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, per il danno ambientale provocato al territorio.
Tutto però si ferma fino al 2014 quando finalmente, presidente della giunta regionale era Mario Oliverio, si riapre il dibattito sulla bonifica e si avvia la prima Conferenza dei Servizi. Questa termina con la fase decisoria nel 2019 quando viene stipulato il Progetto operativo di bonifica (Pob) Fase 2 che prevedeva, da parte di Eni, l'asporto ed il trasferimento, fuori dalla Regione Calabria, di tutti i rifiuti della bonifica pericolosi per la salute pubblica. La ragione di ciò risiede nella richiesta esplicita della Regione Calabria d’accordo con il Comune e la Provincia di Crotone. L’assunto, rappresentato in conferenza dei servizi dall’allora assessore regionale all’Ambiente, Antonella Rizzo, era che i cittadini crotonesi avevano già pagato, e a caro prezzo, l’impatto ambientale degli insediamenti industriali Eni sul territorio. La posizione della Regione è figlia di un lungo e serrato confronto con il territorio e le associazioni ambientaliste che hanno spinto moltissimo in questa direzione. Un confronto in cui spiccavano le posizioni intransigenti di un ingegnere, ambientalista che dopo qualche anno sarebbe diventato sindaco di Crotone: Vincenzo Voce.
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La scelta però non ha mai trovato d’accordo Eni che infatti si opponeva argomentando che non esistono discariche in Italia e in Europa per accogliere la tipologia dei rifiuti nella quantità presente a Crotone e che, quindi, questi dovevano essere smaltiti in loco e precisamente nella discarica di Columbra. La società presentava quindi un ricorso per l’annullamento della Conferenza dei Servizi nella parte relativa al progetto di bonifica, ricorso definitivamente respinto nel 2023 con un decreto del Presidente della Repubblica in cui si legge che "il ricorso e gli annessi motivi aggiunti debbono essere giudicati improcedibili".
Sulla scorta di queste vicende il consiglio regionale, nel giugno 2023, approva all’unanimità una mozione (la n°58) in cui impegna il presidente della giunta regionale a coordinare l’insieme delle istituzioni calabresi tese a contrastare anche in sede giudiziaria il tentativo dell’Eni di stravolgere il deliberato della conferenza di Servizi; a sostenere in sede governativa e nello specifico tramite il Ministero dell’Ambiente, il Ministero della Salute e il Ministero dello Sviluppo Economico le ragioni delle istituzioni calabresi; a sollecitare il Governo alla nomina del Commissario del Sin Calabria.
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Dopo qualche mese, in effetti, il Governo ha nominato commissario per la bonifica il generale in congedo della Guardia di Finanza, Emilio Arrigo
La nomina di Errigo ha rimesso effettivamente in moto il dibattito al punto che oggi lo stesso Errigo dice che la bonifica partirà entro sei mesi e, nel caso non dovesse partire, si dice pronto ad emanare un’ordinanza ad adempiere mettendo in atto i poteri sostitutivi. Il generale ha sempre descritto un clima di grande unità fra lui, il sindaco, la Provincia di Crotone, il presidente della giunta regionale e il dirigente del settore Ambiente della Regione, Siviglia, quindi si dice ottimista al punto da aver recentemente affermato che se la bonifica non partirà entro sei mesi vorrà dire che lui stesso avrà fallito nel suo compito.
Va benissimo quindi che ci sia una data di partenza per la bonifica, ma nulla si dice rispetto al vero nodo della vicenda ovvero dove portare i rifiuti rimossi. Al momento sembra che si vada in direzione del progetto sostenuto da anni dall'Eni: smaltire i rifiuti in una discarica di Crotone, che è stata individuata nell'impianto che opera a Columbra, nella sezione destinata ad accogliere i rifiuti tossici e pericolosi. Da quello che trapela pare che l’azienda abbia messo sul piatto anche una contropartita per la città di Crotone. Ma i dettagli non si conoscono ancora.
Per arrivare alla soluzione auspicata da Eni, però, occorre modificare il Paur (provvedimento autorizzatorio unico regionale) che prevede appunto il trasporto dei rifiuti oltre i confini regionali.
Insomma a distanza di anni la questione della bonifica del Sin di Crotone resta ancora aperta e dai confini ancora tutti da definire. Mentre i rifiuti continuano a stare lì nonostante siano stati da anni qualificati come pericolosi per la salute pubblica.