La carenza idrica, l’assenza di piogge e i riflessi sul comparto agricolo destano allarme. A intervenire sull’argomento, la consigliera regionale d’opposizione Amalia Bruni: «Sono molto preoccupata per quanto sta accadendo a Crotone dove gli agricoltori hanno messo in atto il blocco stradale della 106 per la grave carenza d’acqua che sta mettendo a serio rischio la coltivazione del finocchio dop. Dopo la stangata del caro energia – aggiunge - gli imprenditori agricoli puntavano proprio sulla coltivazione dei finocchi per rimettersi in sesto economicamente. Ed ora che hanno già comprato ed innestato le piantine si ritrovano senz’acqua e non le possono annaffiare, così il raccolto rischia di andare in malora».

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Entrando nel dettaglio: «Gli invasi di Arvo ed Ampollino sono secchi a causa dell'utilizzo dell'acqua per la produzione di energia. Ma perché si è arrivati a questo punto? Tutto è cominciato qualche anno fa quando è stato firmato un contratto d'uso delle risorse idriche con A2A che così può decidere come utilizzare l’acqua. Di fatto – scandisce - questo contratto ha privatizzato le risorse pubbliche essenziali sottovalutando gli interessi collettivi mettendo a rischio un'intera economia che qui, appunto, si basa essenzialmente sull’agricoltura e ha un indotto che vale tra i 15 e i 30 milioni di euro. Due anni fa, d'estate, mentre l'acqua scarseggiava per tutti, A2A scaricava nel Neto l'acqua che fluiva dalla centrale elettrica di Cotronei, mentre l'invaso di Calusia era vuoto per siccità».

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Amalia Bruni non lascia spazio a interpretazioni: «Non si può togliere acqua pubblica alla comunità locale per dirottarla altrove, bisogna verificare e rimodulare questo contratto con A2A che in futuro rischia di diventare sempre più oneroso per tutta questa zona. Il consorzio di bonifica – chiosa- ha chiuso i rubinetti in un momento cruciale per il territorio crotonese e questo non è concepibile, non possiamo mandare in fumo un intero comparto produttivo di questa terra».

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