È stato presentato questa mattina da Legambiente l'indagine relativa al consumo delle aree costiere in Calabria. Al Circolo Velico di Reggio Calabria, il componente delle segreteria nazionale del cigno verde Nuccio Barillà, il presidente del circolo reggino di Legambiente Nicoletta Palladino e Edoardo Zanchini vicepresidente nazionale dell'associazione e responsabile energia, trasporti e urbanistica della stessa.

 

I dati emersi non preannunciano nulla di buono: il 65% del paesaggio costiero regionale risulta trasformato per sempre (poiché urbanizzato); 56 km di spiaggia sono alterati irreversibilmente, causando un cambiamento netto della morfologia della linea di costa e in 23 anni sono stati consumati 11 km di costa.

 

‘Oggi dobbiamo fermare il consumo della costa, dobbiamo dire a gran voce 'basta'- ha dichiarato davanti Edoardo Zanchini - Tutelare l'immenso patrimonio che questa regione possiede potrà aprire nuovi scenari di sviluppo in termini occupazionali e di rilancio del turismo. Dobbiamo impegnarci per salvare e valorizzare i circa 250 km di costa ancora privi di cemento, questo lo si può fare solo attraverso dei vincoli. Se non si approva un Piano paesaggistico, soprattutto ora che il governo nazionale ha introdotto il "silenzio assenso" per le aree tutelate, si rischia di perdere anche questi 250 km’.


L'area tirrenica risulta quella maggiormente colpita: eliminate intere aree agricole, intaccati paesaggi montuosi e cementificati tesori naturali inestimabili.

 

Puntare e tutelare le nostre coste è un investimento economico – ha dichiarato Nuccio Barillà - Oggi invitiamo la Regione Calabria e i Comuni calabresi ad intervenire in merito alla piaga dell'abusivismo edilizio. Demolire subito i tanti edifici abusivi presenti per poter poi pianificare una serie di interventi tesi a tutelare ed esaltare questo vero e proprio valore, ovvero il patrimonio costiero, che è strategico per lo sviluppo economico della Calabria’