L’ultimo rapporto Ispra offre tanti spunti interessanti di riflessione. La Calabria ha la più bassa produzione pro capite di rifiuti urbani assieme al Molise e alla Basilicata
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La Calabria ha la più bassa produzione pro capite di rifiuti urbani assieme al Molise e alla Basilicata. Il dato è emerso dall’ultimo Rapporto Rifiuti Urbani edito dall’Ispra, con dati aggiornati al dicembre 2021. Sotto la media nazionale, invece, la percentuale di raccolta differenziata: 53,1 contro il 64, al di sotto degli obiettivi fissati dalle leggi vigenti.
L'analisi su scala provinciale
L’analisi su base provinciale riserva molte “sorprese”. In Italia nel 2021 sono state prodotte quasi 30 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (29.618.238) di cui 14,16 mln nel Nord, 6,31 al Centro e 9,14 al Sud. Nella graduatoria per regioni, ovviamente legata anche alla popolazione residente oltre che alla dimensione territoriale, spiccano la Lombardia (4,78 mln), il Lazio (2,88 mln), l’Emilia Romagna (2,84 mln), la Campania (2,65 mln), il Veneto (2,37 mln), la Sicilia (2,22 mln). La Calabria con le sue 758mila tonnellate risulta al 12mo posto (il 2,56% del totale nazionale), quasi allo stesso livello della Sardegna che è tredicesima con 746mila. La produzione calabrese di rifiuti è aumentata di circa 35mila tonnellate rispetto al 2020, ma è diminuita nel confronto con gli anni 2017-2019 che avevano registrato una punta massima di 785mila tonnellate nel 2018. Se si guarda alla produzione dei rifiuti urbani valutata pro capite, la media nazionale del 2021 è di 502,1 Kg per residente, con la seguente situazione nelle macroaree: Nord (516,8), Centro (537,7), Sud (406,9). La Calabria con 411,2 Kg per abitante si è collocata circa 90 Kg sotto la media italiana, ed è quindi stata collocata in 18ma posizione nella graduatoria regionale, con un dato superiore solo al Molise (385,9) e alla Basilicata (357,8). Il dato più alto è quello dell’Emilia Romagna (640,7 Kg per abitante), seguita da Valle d’Aosta (601,9) e Toscana (598,3). Al Sud il valore più alto è stato raggiunto dalla Puglia (476,7), dalla Campania (474,5) e dalla Sardegna (473,0).
Rapporto Rifiuti Urbani
Il Centro Nazionale dei Rifiuti e dell’Economia Circolare dell’Ispra ha elaborato il Rapporto Rifiuti Urbani edizione 2022 (la ventiquattresima ed ultima disponibile): una «complessa attività di raccolta, analisi ed elaborazione di dati» che intende «fornire un quadro di informazioni oggettivo, puntuale e sempre aggiornato di supporto al legislatore per orientare politiche e interventi adeguati, per monitorarne l’efficacia, introducendo, se necessario, eventuali misure correttive».
«Il Rapporto Rifiuti Urbani, Edizione 2022 - spiega Ispra - fornisce i dati, aggiornati all’anno 2021, sulla produzione, raccolta differenziata, gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti di imballaggio, compreso l’import/export, a livello nazionale, regionale e provinciale. Riporta, inoltre, le informazioni sul monitoraggio dell’ISPRA sui costi dei servizi di igiene urbana e sull’applicazione del sistema tariffario. Infine, presenta una ricognizione dello stato di attuazione della pianificazione territoriale aggiornata all’anno 2022». L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), insieme alle 21 Agenzie Regionali (ARPA) e Provinciali (APPA) per la protezione dell'ambiente, a partire dal 14 gennaio 2017 fa parte del Sistema Nazionale a rete per la Protezione dell'Ambiente (SNPA), istituito con la Legge 28 giugno 2016, n. 132.
Le regioni virtuose: Calabria al di sotto della media del Sud
Nel nostro precedente servizio dedicato a questa materia strategica abbiamo spiegato come la regione italiana più virtuosa sul fronte della raccolta differenziata dei rifiuti urbani nel 2021, secondo l’Ispra, sia stata il Veneto con il 76,2%, accanto a Sardegna (74,9%) e Lombardia (73,0%). La Calabria si è fermata addirittura al di sotto della media del Sud: 53,1% contro il 55,7. Un dato, quest’ultimo, di molto inferiore alla media nazionale del Nord Italia, che è stata pari al 71%. Le normative in vigore hanno fissato il traguardo del 60% per il 2011 e del 65% per il 2012. Sopra il limite del 65%, nel 2021, secondo il rapporto Ispra, si sono attestate soltanto 9 regioni: Veneto (76,2%), Sardegna (74,9%), Lombardia (73%), Trentino Alto Adige (72,6%), Emilia Romagna (72,2%), Marche (71,6%), Friuli Venezia Giulia (67,9%), Umbria (66,9%), Piemonte (65,8%). Tutte realtà del Centro-Nord, quindi, tranne la virtuosissima Sardegna. Nel Mezzogiorno l’Abruzzo si è avvicinato all’obbiettivo con il 64,6%, ma Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia sono tutte rimaste sotto il 65%. La Sicilia, addirittura, con il 46,9%, è rimasto sotto l’obiettivo del 2009 che era stato fissato al 50%.
La situazione calabrese si presenta a macchia di leopardo. Un’importante tabella dell’Ispra è dedicata alla percentuale di raccolta differenziata per province, maggiore o uguale al 65%, sempre relativa all’anno 2021. Catanzaro, con il 65,2%, ha ottenuto il non sottovalutabile attestato di “virtuosità” al contrario delle sue consorelle Reggio (38,4%), Cosenza (60,1%), Vibo (61,5%) e Crotone (35,5%). E lo ha fatto risultando penultima, nella classifica appena menzionata, con un decimo di percentuale in più rispetto a Perugia (65,1%). La domanda ora sarà scontata: quali le province d’Italia più virtuose? Sul podio Treviso (88,6%), Mantova (86,4%) e Belluno (83,8%). Dal quarto al decimo: Reggio Emilia (82,1%), Pordenone (80,9%), Novara (79,5%), Parma (79,5%), Nuoro (79,1%), Monza e della Brianza (78,9%), Cremona (78,3%). Le province italiane sopra il 75% sono 21 in totale, tutte con oltre venti punti percentuali rispetto alla media della Calabria.
Dopo Nuoro, che veleggia accanto alle più organizzate province del Nord Italia, per approdare ad un’altra realtà del Mezzogiorno non sarda occorre arrivare all’abruzzese Chieti, 22ma con il 74,6%. Le province italiane inserite in questa graduatoria della raccolta differenziata maggiore o uguale al 65% sono in tutto 61, e Catanzaro con il suo 65,2% ha contribuito a costruire il risicato pattuglione di 13 della macroarea meridionale assieme a Barletta-Andria-Trani (65,5%), Salerno (65,5%), Ragusa (65,9%), Teramo (66,8%), Sassari (71,5%), Benevento (72,6%), Trapani (74,2%), Cagliari (74,4%), Chieti (74,6%), Sud Sardegna (77,8%), Oristano (78,0%), Nuoro (79,1%). Se si eliminano da questo elenco le province della Sardegna, di meridionali ne restano soltanto otto su sessantuno. Sul fronte della raccolta differenziata dei rifiuti urbani il Sud ha ancora molto terreno da recuperare!
Ultima notazione. Crotone con il suo 35,5% e Reggio Calabria con il 38,4% sono le province d’Italia con la percentuale più bassa e inferiore al 40%, assieme a Palermo (33,3%).